PD, Bonaccini va in Vaticano e apre mostra sull'arte di Matilde di Canossa, sullo sfondo la ferita dei cattolici dopo il caso Bigon

Al tavolo dei relatori, accanto a Stefano Bonaccini, c'era il cardinale Mauro Gambetti, arciprete di San Pietro che faceva gli onori di casa

Stefano bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e presidente del Pd
di Franca Giansoldati
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 11:51

Il presidente del Pd Stefano Bonaccini ieri è andato a sorpresa in Vaticano, invitato a presentare una mostra ai Musei Vaticani sul ricamo ispirato all'Arte Canusina e, in quella circostanza, ha evocato nel breve discorso anche la Contessa Matilde di Canossa che si trova sepolta a San Pietro, nonchè le famose vicende storiche a lei collegate. «Oggi si ricorda ancora il detto di andare a Canossa, e significa sempre qualcosa». Il riferimento fatto dal presidente dell'Emilia Romana riguardava i fatti risalenti al Medio Evo quando l'imperatore Enrico IV fu costretto a restare cinque giorni al gelo, nella neve, fuori dal castello di Canossa, in provincia di Reggio Emilia, prima di essere ricevuto (e perdonato) da Papa Gregorio VII che lo aveva scomunicato.

Al tavolo dei relatori, accanto a Stefano Bonaccini, c'era il cardinale Mauro Gambetti, arciprete di San Pietro che faceva gli onori di casa. L'invito finalizzato all'esposizione sull'Ars Canusina per ironia della sorte è avvenuto in uno dei momenti più tormentati e difficili per i cattolici nel partito guidato da Elly Schlein. Non si sono infatti ancora sopiti i mugugni della Chiesa per il sorprendente defenestramento della consigliera regionale veneta del Pd, Anna Maria Bigon, per avere disatteso gli ordini di scuderia del partito votando secondo coscienza e facendo affossare, con il suo voto, la regolamentazione regionale sul fine vita.

Un passaggio costato caro a Bigon visto che è stata silurata dall'incarico che aveva aprendo inevitabilmente dubbi e interrogativi se all'interno del partito democratico vi sia effettivamente ancora spazio per la componente cattolica e la libertà di coscienza sui cosiddetti valori irrinunciabili. In questi giorni padre nobile dei cattolici di sinistra, Pierluigi Castagnetti ha fatto affiorare a più riprese, pubblicamente e privatamente, la sua preoccupazione per l'avvenire («In questo partito ormai ci sono troppi cattolici a disagio sui temi etici») e così ha fatto anche l'ex ministro Graziano del Rio, tutti emiliani, come Bonaccini.

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Terminata la conferenza ai Musei Vaticani, al presidente del Pd, è stata posta a Bonaccini una domanda inevitabile viste le circostanze e la citazione al perdono di Canossa. Presidente per caso si sente un po' come come Enrico IV a Canossa dopo il caso Bigon? La reazione del Presidente del Pd ha lasciato i presenti stupefatti per la reazione. Evidentemente a disagio, ha fatto la voce grossa, esprimendo tutta la sua irritazione per un tema che evidentemente voleva lasciare fuori dalla porta e non desiderava fosse sollevato. Ha poi lasciato la sala velocemente, accompagnato dalla direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta che lo ha scortato fino all'uscita. Le persone presenti, testimoni del sorprendente siparietto, non hanno nascosto il proprio stupore anche perché poco prima, a proposito di Matilde di Canossa, nei vari interventi in sala veniva sottolineato da uno dei canonici di San Pietro quanto la storica vicenda di Canossa potesse servire anche oggi come spunto di riflessione a tanti politici. «Matilde trovava nella fede un modo per gestire il potere» che non trascendeva mai gli umili, i poveri, chi non aveva voce. «Non è un esempio anche ora?». Naturalmente non c'era alcun riferimento specifico al caso Bigon anche se all'orizzonte era difficile non vedere la tempesta che sta attraversando la componente cattolica.

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Pierluigi Castagnetti  anche stamattina su X ha affidato ad una frase di don Bosco il suo stato d'animo: «Se Dio è con noi, allora siamo la maggioranza». Gli ha fatto eco Stefano Lepri, esponente cattolico del Pd. «Noi nel Pd ci siamo e intendiamo restarci» ma «a testa alta e nel rispetto di quello che è un principio costitutivo di un partito plurale come il Pd, il rispetto della libertà di coscienza». 

La bellissima mostra che si è aperta ai Musei Vaticani, allestita in una sala minore e visibile fino alla fine di febbraio, ha esposto al grande pubblico il manufatto ricamato da Reggio Ricami – le cosiddette Ricamatrici del Papa - destinato agli altari di San Pietro e realizzato secondo l'antica tradizione ispirata ai fregi matildici. In esposizione anche un codice miniato rarissimo in cui si parla della contessa che governò «con arte virile» su mezza Italia a cavallo dell'anno Mille, unendo la fede all'arte del governo.

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