«La cruda verità è che puoi stare attento a tutto, puoi prendere mille precauzioni, poi per una casualità rischi la vita». Raggiunto al telefono in serata, lo scrittore spezzino Marco Buticchi si lascia andare ad un sincero e accorato sconcerto non appena apprende le critiche condizioni di salute di Valerio Massimo Manfredi, ricoverato in ospedale per una intossicazione da monossido di carbonio.
Raccontare uno scrittore non è sempre semplice, «come spesso accade abbiamo presentato l’uno i libri dell’altro, così ho imparato a conoscerlo, ad apprezzarlo anche fuori dalla pagina scritta».
Uscendo dal contesto formale, chiediamo a Buticchi – celebre per la serie di libri Longanesi con protagonisti Oswald Breil e Sara Terracini - anche di condividere un piacevole ricordo personale e lui rammenta: «siamo entrambi habitué al festival PordenoneLegge. Nel 2008 avevamo un incontro insieme ma lui all’ultimo momento ebbe un contrattempo. C’era la sala piena, più di mille lettori che avevano i nostri libri sulle ginocchia, immagini il dispiacere…». E lei cosa fece? «Gli chiesi il permesso di firmare anche i suoi libri con la mia firma. Alla fine, furono ben centoventi copie, ogni volta lo ricordiamo con il sorriso». Però, inevitabilmente trapela sempre una nota amara anche dai ricordi e Buticchi prosegue, «quando fai questo mestiere, passi parecchio tempo ad interrogarti se hai commesso qualche strafalcione storico. I lettori sono il tuo mantra e per Valerio è sempre stato così. Libro dopo libro è impossibile prenderlo in castagna, non sbaglia un colpo». Prima di chiudere la conversazione, Buticchi chiede di controllare ancora le ultime notizie online, in tempo reale e poi si lascia andare, «forza Valerio, forza».