Roberto Anedda, dirigente d'azienda per 20 anni licenziato in un giorno: «Ho aperto una partita Iva e mi sono rimesso in gioco»

«Ora mi sento attivo e vivo», racconta l'ex manager, ora consulente

Roberto Anedda, dirigente d'azienda per 20 anni licenziato in un giorno: «Ho aperto una partita Iva e mi sono rimesso in gioco»
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Martedì 19 Dicembre 2023, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 15:17

Dopo più di 20 anni di carriera da manager in una nota azienda italiana del settore creditizio e assicurativo, Roberto Anedda è stato licenziato su due piedi: «Avvenne tutto molto velocemente, all’americana. Mi convocarono e mi comunicarono che nell’ambito della riorganizzazione aziendale non ero più previsto», ha raccontato in un'intervista al Corriere. Quella di Anedda è una storia di ricollocazione lavorativa dopo i 50 anni e di capacità di reinventarsi, ma anche di momenti di difficoltà psicologica che dicono molto sul modo in cui viviamo il lavoro.

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Roberto Anedda, il licenziamento a 56 anni e la ricollocazione

La vita di Roberto Anedda è cambiata improvvisamente due anni fa, all'età di 56 anni: «Da dirigente sai che può succedere, metti in preventivo che la tua azienda possa decidere di lasciarti a casa. Ma quando succede la botta si sente. Ti chiedi: e adesso cosa faccio?», racconta. Nonostante l'esperienza e le competenze, spiega l'ex dirigente, «ho realizzato che, oltre all’età e a prescindere dal tuo curriculum, senza azienda alle spalle il mercato non ti percepisce più». Una situazione in cui non ai può far finta che l'età non conti: «Si diventa pedine difficili da collocare, anche per una serie di preconcetti sulla motivazione, sul costo, sulle competenze che può offrire un over 50».

Nonostante la situazione economica agiata, chiarisce Anedda, «Quando non hai più un reddito non puoi sospendere tutte le spese, né limitarti a consumare man mano la tua buonuscita. E poi non è affatto vero che tutti i manager sono ricchi, i valori medi sono ingannevoli: ci sono quelli che guidano multinazionali e prendono compensi astronomici, ma ce ne sono tanti che sono pagati secondo contratti molto meno generosi. Senza dimenticare - precisa - che qualunque stipendio lordo sembra una gran cifra, ma dopo tasse e contributi il netto si dimezza per tutti».

«Ricordo le notti a cercare di immaginare come riorganizzare la mia vita, quella della mia famiglia, a fare i conti, per esempio senza più i vari benefit e tutto quel che da oltre vent’anni faceva parte della mia normalità». Momenti di diffoltà psicologica durante i quali «famiglia, amici e solidità personale sono fondamentali». Poi la "svolta", che però non è arrivata subito né in modo definitivo una volta per tutte: 
«Dopo una breve parentesi in un’azienda, dove il contesto generale non ha reso possibile proseguire e ci siamo salutati amichevolmente, mi pesava tantissimo non avere una prospettiva, quindi mi sono riorganizzato, anche mentalmente, per percorrere una nuova strada - racconta - .Ho aperto una partita Iva e mi sono rimesso sul mercato come consulente, magari con maggiore incertezza economica, ma in grado di far valere le mie capacità professionali.

E sta funzionando, sto facendo cose interessanti e soprattutto mi sento attivo e vivo», conclude. 

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