Riforma del catasto, valori attuali più bassi di quelli di mercato: rischio aumenti in tutta la provincia

Riforma del catasto, valori attuali più bassi di quelli di mercato: rischio aumenti in tutta la provincia
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 10:35

 Che impatto avrà la riforma del Catasto sugli immobili della provincia pontina? La discussione è aperta. Ieri l'ex presidente dell'Ordine dei Commercialisti e attuale rappresentante dei professionisti all'interno del consiglio della Camera di Commercio ha aperto le riflessioni e le valutazioni sull'argomento con una dichiarazione perentoria: «Si rischia l'aumento delle tasse sugli immobili ed effetti pesanti sul settore edile della provincia di Latina».


Sarà così? Per capire com'è realmente la situazione in provincia di Latina e quale è il disallineamento tra il valore catastale e quello immobiliare nei Comuni pontini (sempre parlando di civili abitazioni) abbiamo trovato due studi che aiutano a farsi un'idea.
Secondo lo studio Nomisma-Sole 24 ore del 2021 il valore catastale medio degli immobili del capoluogo è pari a 65 mila euro, mentre il valore di mercato è pari a più del doppio (137 mila euro). Questo vuol dire che attualmente i contribuenti pontini proprietari di una casa sono avvantaggiati dagli odierni valori catastali. Secondo quello studio sono appena nove i capoluoghi di provincia con una differenza così spiccata.
Possiamo invece avere una fotografia provinciale grazie all'elaborazione realizzata nel dicembre scorso da Tortuga (think-tank di studenti, ricercatori e professionisti ) e Lol (Local opportunities Lab) con dati Omi (Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate), Mef e Censimento Istat 2011. «Nessun comune della provincia pontina ha uno scostamento negativo» spiegano Giorgio Pietrabissa, Emma Paladino e Simone Valle - La casa media di ogni comune ha un valore medio superiore a quello registrato a catasto. Ovvero lo Stato sottostima il valore medio dappertutto». Il picco riguarda cinque comuni: San Felice Circeo, Sperlonga, Gaeta e le isole di Ponza e Ventotene, dove la forbice è più ampia e supera i 100 mila euro. Situazione in linea con le località turistiche più rinomate del Paese che sono quelle maggiormente agevolate dall'attuale disallineamento dei valori. Ci sono poi 11 comuni (tra cui Latina, Aprilia, Cisterna e Fondi), dove il disallineamento è stimato tra i 50 e 100 mila euro. Nei restanti 17 comuni il disallinamento c'è ma è minimo (tra zero e 50 mila euro). In sostanza quindi dell'attuale sistema catastale sembrano beneficiare in modo consistente solo i proprietari di immobili in zone turistiche mentre per gli altri le differenze sono medie o medio basse. Anche se poi gli esperti di Tortuga fanno rilevare che all'interno dei singoli comuni l'impatto sarà comunque diverso tra zone di pregio e zone periferiche, con differenze al momento difficilmente valutabili. Ora il punto è capire se e come la riforma del catasto cambierà il livello di tassazione. Il Governo ha assicurato che ciò non avverrà.
Fatta questa premessa arriviamo alle tesi sostenute da Efrem Romagnoli. «La Riforma del Catasto proposta dal Governo - dice il commercialista - non sarà indolore per i proprietari di abitazioni, con il reale rischio di aumento della tassazione sugli immobili con l'incremento dell'incidenza di tutte le imposte dirette e indirette, in particolare dell'imposta di registro sui trasferimenti immobiliari e dell'imposta di successione relativamente ai fabbricati. Questa tendenza potrebbe poi essere particolarmente pesante per la nostra realtà pontina, in cui il settore edile, già in crisi, potrebbe pagare il prezzo più alto».
Romagnoli non si fida delle rassicurazioni del Governo che ha ribadito che le tasse non aumenteranno. «Sono molti a pensare l'esatto contrario - dice il professionista - come il Presidente di Confedilizia Spaziani Testa, e cioè a ritenere che l'intento ultimo sia proprio l'aumento del gettito da immobili. Differentemente, infatti, si assisterebbe alla indolore convivenza della rendita catastale riformata e rivalutata con la rendita vecchia che, invece, continuerebbe ad essere la base imponibile della tassazione. E questo sembra poco credibile».
«L'Amministrazione Finanziaria potrebbe domani ritenere utilizzabili, come imponibile, solo le nuove rendite - continua Romagnoli - E l'aumento del prelievo sarebbe realtà, sempre che nel frattempo non si ritenesse anche di intervenire sulle aliquote. A Latina, come nel resto della penisola, la maggiore incidenza si avrebbe soprattutto sugli immobili di medio-basso valore, come ad esempio per un A/3 la cui rendita oggi è in funzione dei 3 vani, e che domani sarà rapportata ai circa 60-70 mq di superficie, tramite un coefficiente. Si stima che gli aumenti medi delle rendite potrebbero raggiungere anche il 128%». Abbiamo chiesto all'ex presidente dell'Ordine dei commercialisti l'origine di questi dati ma al momento non abbiamo avuto risposte. Allo stesso modo sia l'ufficio studi della Uil, sia i principali osservatori immobiliari non hanno ancora dati precisi per stimare gli aumenti in provincia di Latina.
Ma Romagnoli appare molto convinto nel concludere che «oltre all'aumento dell'IMU ci sarebbe l'incremento dell'incidenza di tutte le imposte dirette e indirette su immobili, come ho detto, ed inoltre un effetto incrementativo dei canoni di locazione, senza tralasciare la perdita di agevolazioni ISEE. Da tutti questi aggravi, sarebbero inevitabili ulteriori effetti inflattivi». Secondo il past president dell'Ordine «è inoltre evidente che siffatto aumento impositivo agirà da disincentivo all'acquisto di immobili, con il negativo impatto sul settore edilizio che è uno dei principali volani dell'economia italiana e dello stesso territorio pontino».
Di certo i timori riguardano anche tanti piccoli proprietari e tante famiglie che in questo periodo stanno già affrontando i rincari di gas, elettricità e carburanti.
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