Pizzerie pontine ko per gli aumenti: «Bollette ormai triplicate»

Pizzerie pontine ko per gli aumenti: «Bollette ormai triplicate»
di Bianca Francavilla
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Martedì 1 Novembre 2022, 11:28

Che il forno sia a legna o elettrico, anche le pizzerie di Latina sono in forte difficoltà a causa dell'aumento di utenze e materie prime. Per sopravvivere a bollette che in alcuni casi sono passate da 2.500 a 5.400 euro al mese sono costretti a trovare escamotage e, il più delle volte, ad alzare i prezzi. «È un disastro racconta il gestore della pizzeria al taglio e tonda Zio Cesare - Il problema vero sono le bollette: ti danno possibilità di rateizzare, ma tempo che ne rateizzi una ne arrivano altre due. Prima pagavo 750 euro al mese, ora 2.100 euro il che vuol dire che il costo si è triplicato. Ho dovuto ridurre personale: chi lavorava tutti i giorni ora lavora tre giorni ed ho dovuto, per forza di cose, aumentare i costi. La pizza al taglio prima costava 10 euro al chilo, ora ne costa 13 e le pizze tonde costano un euro in più. Inoltre prima la consegna a domicilio era gratuita, ora costa 3 euro». Il gestore di Zio Cesare sottolinea che gli aumenti non sono solo sulle utenze, ma anche sulle materie prime. «La mozzarella continua a gennaio costava 4,50 al chilo e ora ne costa 6,80 euro. E non possiamo risparmiare sulla mozzarella, come non possiamo risparmiare sul forno che è il motore dell'attività, aperta sia a pranzo che a cena». Il rischio che il cliente, già gravato da spese più alte per attività quotidiane, risparmi su una cena fuori è alto, ma i gestori dei locali di Latina, così come quelli del resto d'Italia, sono costretti ad allineare i conti come possono.


Un'altra testimonianza arriva dal gestore delle pizzerie Testa o Croce e Basta Poco. «Ho la proprietà di due tipi diversi di locali: da Basta Poco ho il forno elettrico ed è un salasso, da Testa o Croce ho il forno a legna ed è un salasso ugualmente, perché anche il costo della legna ora ha prezzi esorbitanti.

Se a questo aggiungiamo i costi di gestione, di corrente e di materie prime ecco il quadro della situazione. Basti pensare che la mozzarella ad oggi costa il 50-70% in più. Abbiamo alzato il prezzo delle pizze speciali come broccoletti e salsiccia ad esempio. Quelle che costavano 8 euro costano 8,50 euro e quelle che costavano 9 euro ne costano 9,50. Per ora non abbiamo toccato il costo della classica margherita, per paura che possa allontanare i clienti che hanno a che fare tutti i giorni con aumenti, ma che hanno gli stipendi di prima».


Il locale che ha avuto un vero e proprio salasso è il bar tavola calda pizzeria Picasso, novità degli ultimi anni al centro commerciale Morbella. Nel mese di luglio è arrivata una bolletta da capogiro da ben 5.400 euro. «Fortunatamente viviamo anche di altre attività raccontano i gestori ma i costi di tutto sono aumentati e non di poco. Paghiamo di bollette circa il doppio di quello che pagavamo prima: a luglio, ad esempio, abbiamo pagato 5.400 euro contro i 2.500 della fattura precedente. Purtroppo siamo in un centro commerciale e non possiamo prendere decisioni in autonomia come ad esempio chiudere a pranzo e restare aperti solo la sera. Dobbiamo per forza di cose adattarci e resistere anche ai costi delle materie prime e dei prodotti che ci arrivano decisamente aumentati come quelli delle verdure, che usiamo anche per le pizze, o dei cornetti. Per le pizze abbiamo il forno elettrico, quindi il consumo incide molto, ma per adesso non abbiamo potuto aumentare i prezzi perché lo avevamo già fatto poco tempo prima degli aumenti delle utenze. Stessa cosa per il personale: abbiamo il personale che ci serve e non possiamo ridurlo in nessun modo».
 

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