Hanno ottenuto gli arresti domiciliari il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota e il commercialista Silvano Ferraro, arrestati il 20 aprile scorso nell'ambito di un'indagine della Procura della Repubblica di Perugia condotta dagli uomini della Guardia di finanza.
Lo ha deciso il Tribunale del Riesame del capoluogo umbro sciogliendo la riserva dopo l'udienza di lunedì mattina nel corso della quale il collegio difensivo dei due indagati composto dagli avvocati Gianluca Tognozzi, Leone Zeppieri, Giuseppe Valentino e Paolo Zeppieri - aveva illustrato la richiesta di concessione di una misura meno afflittiva rispetto alla detenzione in carcere.
Le indagini condotte sulla scorta delle denunce presentate dall'imprenditore Fabrizio Coscione, oggetto di un'inchiesta che aveva portato il gip del Tribunale di Latina a porre sotto sequestro una serie di società a lui riconducibili, ha rivelato che la Castriota avrebbe ricevuto dai diversi professionisti amici ai quali aveva affidato gli incarichi di amministratore giudiziario una serie di utilità tra le quali, oltre gioielli, orologi, viaggi e un abbonamento in tribuna d'onore allo stadio Olimpico, denaro proveniente dai compensi percepiti quali professionisti nell'ambito di procedure di amministrazione giudiziaria di beni sequestrati.
Accuse supportate da una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali alle quali il giudice, Ferraro con il quale aveva una relazione sentimentale e Stefania Vitto sono stati a lungo sottoposti. Il gip del Tribunale di Perugia Natalia Giubilei dopo l'interrogatorio di garanzia nel corso del quale si erano difesi sostenendo che regali e denaro rientravano nell'ambito del loro rapporto sentimentale e non rappresentavano una forma di corruzione, aveva confermato la custodia cautelare in carcere respingendo la richiesta di una misura meno lieve sia per il magistrato che per il commercialista. Misura che ieri il Tribunale del Riesame ha riformato. Le motivazioni tra 45 giorni.