Fecondazione eterologa tutto pronto e bloccato

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Venerdì 3 Ottobre 2014, 05:55
SANITA'
Pronti a partire. Se non fosse che mancano i passaggi burocratici e qualche attrezzatura che però è in arrivo dopo la delibera con la quale la Asl ha dato il via libera. Pronti a partire per la fecondazione eterologa al “Santa Maria Goretti”, dove il centro di fisiopatologia della riproduzione diretto da Rocco Rago negli anni si è guadagnato un ruolo di primo piano nel panorama nazionale. Anche per questo esperti da tutta Italia si sono ritrovati a Sabaudia per l'ottava edizione delle giornate pontine di andrologia. Un evento aperto dai saluti del direttore generale della Asl, Michele Caporossi, che ha confermato l'impegno a ospitare a Latina uno dei centri come previsto anche dalla Regione Lazio. Per la procreazione medicalmente assistita e per l'eterologa. Tutto pronto ma non si comincerà domani, purtroppo, come emerso nel corso del dibattito di ieri mattina tra presidenti di società scientifiche e rappresentanti di diverse realtà che si occupano del settore. Le linee guida ci sono ma ora si dovranno mettere a punto le vicende burocratiche, dal riconoscimento nei livelli essenziali di assistenza al pagamento dei ticket. Nel caso del “Goretti” - come di altri centri del Lazio - è avviata anche la procedura di accreditamento. Divisi gli esperti: «C'è un impegno del Ministero a inserire nei Lea entro il 31 dicembre questa pratica, altrimenti nel pubblico non sarà possibile farla» - ha detto Paolo Scollo, presidente della società di ginecologia. Una provocazione è arrivata da Antonio Guglielmino, esperto di procreazione: «Semplicemente non si fa, i tentativi sono 1,1 l'anno per quella medicalmente assistita e l'eterologa è vista ancora come una cosa sporca». Di diverso avviso Mario Maggi, presidente della società italiana di andrologia: «In Toscana siamo partiti, si può fare e inviterei a vedere gli aspetti positivi di quanto è successo». Il Lazio resta indietro: «Siamo bloccati - ha detto Loredana Gandini della Sapienza - perché c'è l'intera macchina da organizzare e finché non avrò indicazioni dalla Regione e dall'azienda policlinico non potrò fare nulla. Non basta aver deliberato». Giovanni Del Giaccio
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