Lo spaccio alla luce del sole, sui muretti bassi che delimitano i cortili, sotto le finestre delle palazzine, ai tavolini del bar, nei giardini dove giocano i bambini. Le dosi passate di mano in mano, il denaro che con un gesto rapido finisce nelle tasche dei pusher, le vedette piazzate agli angoli delle strade per proteggere l'attività dalle incursioni delle pattuglie. Questo era diventato il Nicolosi, una piazza di spaccio a cielo aperto organizzata fra i vicoli e i lotti delle case popolari, dove la fitta rete di pusher si muoveva con disinvoltura e padronanza coprendo da un capo all'altro l'intero quartiere, a piedi o in monopattino. Movimenti, volti, ruoli che erano certamente ben noti a ogni residente e a ogni commerciante della zona, ma che per la prima volta vengono ricostruiti in maniera strutturata in un'indagine condotta dalla squadra mobile.
Sedici i destinatari di un ordine di arresto, 11 dei quali trasferiti in carcere, altri cinque tuttora irreperibili e attivamente ricercati anche all'estero, tutti stranieri di nazionalità tunisina, marocchina e algerina, incastrati dalle telecamere e da una lunga serie di azioni condotte da agenti di polizia sotto copertura. Quattro occhi elettronici sono stati posizionati a chiudere il quartiere, coprendo il quadrilatero compreso tra via Emanuele Filiberto, via Grassi, via Pasubio e via Marchiafava. Così è stato possibile immortalare decine di cessioni di cocaina, eroina e hashish e al contempo garantire la sicurezza degli agenti impegnati nel servizio.
Per mesi gli investigatori della squadra mobile si sono finti acquirenti e hanno frequentato il quartiere, avvicinato i pusher, chiesto la dose, contrattato il prezzo, come normali assuntori. Sono riusciti così a incastrare tutti i sospettati e a ricostruire minuziosamente le dinamiche dello smercio di droga gestito al dettaglio, senza un vertice o un capo ma con i componenti della banda che erano in grado di spostarsi rapidamente e di ricoprire una volta la funzione di vedetta e poco dopo quella del pusher.
I metodi e la pervasività dello spaccio in tutto il quartiere hanno reso necessario il ricorso a tecniche di indagine non convenzionali. Così un ruolo centrale per sgominare la banda del Nicolosi è stato svolto proprio dagli agenti che di volta in volta hanno simulato l'acquisto. I filmati dei sistemi di videosorveglianza e le intercettazioni telefoniche fra gli indagati hanno poi fatto il resto.
Ieri mattina nel corso del blitz di ieri mattina gli agenti della squadra mobile di Latina, guidati dal vicequestore Mattia Falso, hanno sottoposto a sequestro 50 grammi di eroina trovati in possesso di uno degli arrestati. L'operazione ha coinvolto oltre 60 operatori della polizia, tra cui gli agenti del Servizio centrale operativo, delle squadre mobili di Latina, Roma, Caserta, Monza, Frosinone e Rieti, dei commissariati di Terracina, Fondi e Cisterna e dei reparti di Prevenzione crimine del Lazio e della Campania insieme alle unità cinofile di Nettuno e agli elicotteri del I reparto volo di Pratica di Mare.