Giappone, bufera su Abe si dimettono due ministre

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Martedì 21 Ottobre 2014, 06:03
LA CRISI
ROMA Brutto colpo per il premier conservatore «decisionista» Shinzo Abe, che punta sulle donne per rinvigorire società ed economia giapponesi, ma perde due delle sue ministre-chiave, entrambe del suo partito, costrette ieri a dimettersi perché personalmente coinvolte in scandali.
Abe si è dovuto pubblicamente scusare per la scelta da lui operata neanche due mesi fa - quando partorì il suo esecutivo in cui sette dicasteri su 18 sono occupati da donne - dopo che l'opposizione e la stampa lo hanno cannoneggiato: è infatti emerso che la giovane rampante Yuko Obuchi, 40 anni, titolare dello strategico dicastero dell'Economia, Industria e Commercio, era accusata di aver usato in passato 10 milioni di yen (74.000 euro) di fondi pubblici per comprarsi creme di bellezza. E che la ministra della Giustizia, la 58enne Midori Matsushima, aveva violato le regole elettorali nipponiche distribuendo ventagli di carta col suo nome e la sua effige agli elettori del suo distretto. «Sono io che le ho nominate. Me ne assumo la responsabilità e mi scuso profondamente», ha dichiarato Abe. A giro sono seguite le scuse della Obuchi: figlia dell'ex premier liberal-democratico Keizo Obuchi, non ha ammesso quanto le viene addebitato ma ha annunciato le proprie dimissioni «perché non possiamo lasciare che le politiche per l'industria e l'energia ristagnino per colpa dei miei problemi».
LE SOSTITUTE

Qualche ora più tardi la ministra della Giustizia Matsushima è stata silurata ed è stata vista uscire dall'ufficio di Abe scura in volto. Poi Abe ha fatto conoscere i nomi delle ministre che sostituiranno le due dimissionarie: all'Industria Yoichi Miyazawa, parlamentare del partito liberal-democratico (Pld), e alla Giustizia l'ex ministra al Declino delle nascite, Yoko Kamikawa, politica esperta di 61 anni.
Per Abe, conservatore liberista si tratta del primo inciampo in meno di due mesi di vita del suo secondo governo, dopo che il primo, nel 2006-07, fu schiacciato da una pesante catena di scandali.