I RISCHI Attualmente l’attenzione è rivolta soprattutto al rischio di attentati di matrice islamica. Sono un’ottantina i foreign fighers che hanno avuto a che fare con l’Italia. Di questi, solo sei sono italiani, mentre altri sei hanno il doppio passaporto. I restanti, sono residenti in diversi paesi europei ma hanno avuto contatti con chi si trova nel nostro nel Paese o sono passati dalle nostre città. La preoccupazione riguarda la propaganda via web, che rischia radicalizzazioni, e le azioni di cosiddetti lupi solitari, che potrebbero approfittare dell’evento e dell’esposizione mediatica per compiere gesti eclatanti. Ma i timori sono anche per i gruppi ristretti, come quello entrato in azione a Parigi lo scorso gennaio.
Sul fronte interno, l’allarme è minore. Esposito ha fatto una disamina sulla galassia antagonista, rilevando però che, dopo gli scontri del primo maggio, in occasione dell’inaugurazione di Expo, all’interno del movimento si sono create parecchie fratture. Adesso il rischio di azioni dimostrative sarebbe attenuato dalla mancanza di un fronte unitario.
GLI OBIETTIVI Roma in primo luogo. Con il Vaticano blindato. Ma l’elenco dei luoghi a rischio, possibili obiettivi di attentati in occasione del Giubileo, è lungo. Attenzione massima su Bologna: la cattedrale di San Petronio da più di dieci anni è considerata dagli analisti un possibile target degli estremisti islamici. In un affresco del ’400, Maometto, all’inferno, è avvolto dalle fiamme e percosso dai demoni.
Anche Torino viene considerato un possibile obiettivo. Sebbene non ci siano segnali specifici, gli 007 lo considerano un luogo a rischio, per il valore simbolico della sindone. Valutazioni analoghe da parte riguardano San Giovanni Rotondo, luogo spirituale d’eccellenza per i cattolici devoti a padre Pio, e Gubbio, meta abituale dei pellegrini, sede di un aeroporto militare che diventerà ad uso civile per la breve distanza da Assisi.
ROMA L’attenzione maggiore, però, si concentra su Roma.
Sono sette gli itinerari concordati tra il Viminale e il Vaticano. La città sarà divisa per aree di intervento. La Farnesina, San Pietro e la Stazione Ostiense, vengono considerati i luoghi a maggior rischio. I percorsi giubilari verranno utilizzati per portare i pellegrini alle grandi basiliche, quelle dove ci sarà la maggiore affluenza, ovvero San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo. È stato definito, poi, il programma di emergenza in caso di attacco terroristico. Ciascuno delle centinaia di punti sensibili della città avrà un file dedicato, che contiene un ordine ben preciso con un sistema a ingranaggi, e l'entrata in campo di forze dell’ordine e soccorritori. I casi più significativi, per i quali è stato pianificato l'intervento, sono quelli di San Pietro e del Colosseo.
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