Expo 2030, Israele sceglie Roma: per la volata di oggi le testimonial Sabrina Impacciatore,Trudy Styler e Bebe Vio

Tel Aviv ritira l’appoggio a Riad: voterà per la Capitale. In gioco un investimento di 10 miliardi che può portare 300mila posti di lavoro

Expo 2030, Israele sceglie Roma: per la volata di oggi le testimonial Sabrina Impacciatore,Trudy Styler e Bebe Vio
di Giampiero Valenza
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Martedì 28 Novembre 2023, 00:37 - Ultimo aggiornamento: 09:27

Gli occhi sono tutti puntati al Palazzo dei Congressi di Issy-les-Moulineaux, a Parigi. Oggi pomeriggio nella 173° assemblea generale del Bureau international des expositions si deciderà a chi andrà l’edizione 2030 dell’Expo.

Le 182 nazioni che compongono quella che è una sorta di Onu delle esposizioni internazionali hanno tre proposte sul tavolo: oltre all’Italia con Roma, anche l’Arabia Saudita (con Riad) e la Corea del Sud (con Busan), che a partire dalle 14 avranno venti minuti a testa per illustrare per l’ultima volta i loro progetti.

Poi ci sarà il voto segreto di ogni Stato (sarà digitale, fatto con un apposito device).

Intorno alle 17 dovrebbe arrivare l’aggiudicazione ufficiale. La caccia al voto (che passa attraverso fitti incontri diplomatici ed equilibri geopolitici) è aperta fino all’ultimo: proprio ieri Israele ha ufficializzato il suo sostegno a Roma abbandonando Riad: sulla tv pubblica Kan è stato fatto un esplicito riferimento alle critiche della monarchia del Golfo verso Tel Aviv per il conflitto nella Striscia di Gaza.

Ogni Paese vale una preferenza. Si vince al primo turno se una delle tre sfidanti raggiungerà 120 voti (tasto 1 per la Corea, 2 per l’Italia, 3 per Riad e 4 per l’astensione), altrimenti si va al ballottaggio tra le prime due. E qui chi prende più voti si porta a casa l’Expo. A volare a Parigi per la candidatura italiana il ministro per lo Sport Andrea Abodi, la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli, il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri (che ha annunciato «sorprese nella presentazione dell’Italia» e ha parlato di una «candidatura molto bella con un progetto più in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile»).

Oltre a loro, ovviamente, il Comitato promotore (presieduto dall’ambasciatore Giampiero Massolo e diretto da Giuseppe Scognamiglio) e la Fondazione Expo Roma 2030 (presieduta da Massimo Scaccabarozzi), con una nutrita rappresentanza di imprenditori (tra loro, Angelo Camilli, patron di Unindustria).

E per convincere i più indecisi l’Italia ha messo in campo tre donne come testimonial: l’atleta paralimpica Bebe Vio, l’attrice Sabrina Impacciatore e Trudie Styler, moglie di Sting, attrice, attivista dei diritti umani e ambasciatrice dell’Unicef. Roma presenta il progetto “Persone e territori: rigenerazione, inclusione e innovazione”, con un piano che prevede un collegamento delle aree espositive tra il Centro storico e la periferia a Sudest.

Per l’Italia in ballo c’è un piano di dieci miliardi di investimenti e un ritorno economico cinque volte superiore (il 3% del Pil nazionale), che porterebbe 11mila nuove imprese e 300mila posti di lavoro. Gli organizzatori stimano la partecipazione di circa 150 nazioni e 23,6 milioni di visitatori (di cui il 44,6% stranieri). Il progetto di Riad è “L’era del cambiamento: insieme per un progetto lungimirante”, e verrebbe realizzato a una sola fermata di metropolitana di distanza dall’aeroporto internazionale King Khalid. I sauditi hanno tentato di convincere le diverse rappresentanze mettendo sul piatto milioni di dollari per iniziative di cooperazione.

Quello di Busan, invece, è “Trasformare il nostro mondo, navigare verso un futuro migliore”, in un’area a ridosso del porto Nord della città. Roma punta al ballottaggio e al testa a testa. Secondo indiscrezioni, al primo turno l’Arabia Saudita dovrebbe incassare 75 preferenze, Roma 55 e Busan una quarantina. «Incrociamo le dita. È una partita molto difficile - ha confermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani - L’obiettivo è il ballottaggio». L’Italia punta su due motti: “All roads lead 2 Rome” (il vecchio modo di dire “Tutte le strade portano a Roma”) e “Come 2 Rome” (Vieni a Roma), giocando con l’assonanza inglese tra two, il numero due, e to, la preposizione “a”. 


I PRECEDENTI
La terza e ultima esposizione universale in Italia si è tenuta nel 2015 a Milano, con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” (la prima fu sempre a Milano nel 1906 e la seconda a Torino nel 1911). Nel 2008 quando il Bie si pronunciò per Expo 2015, Milano vinse la sfida contro Smirne, 86 voti contro 65. Un fattore geografico potrebbe giocare a favore di Roma: nel 2020 l’Expo è toccata a Dubai e nel 2025 si terrà ad Osaka (e per la città giapponese sarà la terza volta di un’esposizione, dopo quelle del 1970 e del 1990). Quindi, sia il mondo arabo sia l’Estremo Oriente hanno già avuto il loro appuntamento internazionale e potrebbero aspettare in favore dell’Europa.

E Roma avrebbe anche un motivo in più: la Capitale non ha mai ospitato un’esposizione universale ma avrebbe dovuto farlo nel 1942 e proprio per questo fu costruito il quartiere Eur. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale annullò tutto.

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