Omicidio Meredith, Guede esce di prigione: «Permesso di 36 ore»

Omicidio Meredith, Guede esce di prigione: «Permesso di 36 ore»
di Valentina Errante
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Sabato 25 Giugno 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 14:47
Un mese fa era saltato tutto per un panino. La cooperativa dove Rudy Guede avrebbe dovuto trascorrere le sue prime 36 ore di libertà, dopo nove anni ininterrotti di carcere, non aveva una cucina e le modalità dei pasti del detenuto non erano state indicate nell’ordinanza. Tanto era bastato per revocare il permesso temporaneo degli arresti domiciliari. Questa mattina invece la folla che lo aveva atteso dovrebbe davvero vedere uscire dal portone del carcere di Viterbo l’ivoriano, unico responsabile dell’omicidio di Meredith Kercher. 

IL PRIMO PERMESSO
Guede lascerà il carcere Mammagialla intorno alle 9 di questa mattina. Raggiungerà la caserma dei carabinieri per degli adempimenti formali e poi la struttura del Gavac, associazione di assistenti volontari e animatori carcerari, dove rimarrà fino a domenica, seguito dal gruppo di lavoro creato dal Centro per gli Studi criminologici a sostegno della sua innocenza. Guede del resto si è sempre proclamato estraneo all’omicidio. Entro le 21 di domani dovrà tornare in carcere, dove sta scontando la condanna a sedici anni di reclusione. È lo stesso Guede a diffondere un’insolita nota per dare la notizia (lo stesso aveva fatto lo scorso mese) «Permesso premio - spiega il detenuto - significa concepire finalmente un spazio nuovo. Vedere altri al di fuori delle persone che vedi sempre. Permesso premio significa rientrare a contatto per un attimo con la spontaneità del mondo». Un mese fa a decidere che il giovane ivoriano potesse lasciare il carcere era stato il Tribunale di sorveglianza di Roma, che aveva accolto un ricorso presentato dai legali del detenuto e ribaltato la decisione del giudice di Viterbo, secondo il quale Rudy non ha operato una «revisione critica» su quanto successo. Poi l’incidente dei pasti aveva portato alla revoca del provvedimento. 
Guede era stato arrestato nel novembre del 2007, qualche giorno dopo l’omicidio di via della Pergola, mentre viaggiava su un treno tra le stazioni di Magonza e Wiesbaden (in Germania dove era fuggito). La polizia era risalita a lui dopo avere scoperto l’impronta della mano destra insanguinata su un cuscino trovato sotto il corpo della studentessa inglese. Sue anche alcune tracce di Dna isolate in casa e sui reperti biologici individuati sulla scena del delitto. Una presenza certa, quella di Guede, e inevitabilmente ammessa davanti agli inquirenti. Sebbene abbia sempre negato di avere ucciso Mez. 

RITO ABBREVIATO
Guede è stato l’unico degli imputati ad avere scelto il processo con il rito abbreviato e uscirà definitivamente dal carcere nel 2021. Condannato a 30 anni di reclusione in primo grado, ha ottenuto una riduzione a 16 anni in Appello, poi confermata dalla Cassazione. In cella ha studiato, con la media del 29 e 180 crediti, è prossimo alla laurea: a luglio discuterà una tesi sui mass media alla facoltà di Storia a Roma Tre. Ha tenuto una buona condotta a conferma del suo percorso di recupero. 
 
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