Carceri, le misure del piano: in cella spazio all’affettività

Carceri, le misure del piano: in cella spazio all’affettività
di Valentina Errante
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Mercoledì 20 Dicembre 2017, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 08:28
Dall’allargamento della popolazione carceraria che potrà ottenere i benefici di legge, come l’affidamento in prova e il lavoro esterno, che adesso saranno preclusi solo ai condannati di mafia o terorismo, alle nuove misure che tuteleranno la vita detentiva e l’affettività in carcere, con un’attenzione speciale riservata alle mamme di bambini piccoli. 

Sono tre i decreti del cosiddetto “Piano carceri” che sabato dovrebbero ottenere il varo del consiglio dei ministri, anche se, non è escluso, che vengano accorpati in un solo testo. Dopo l’approvazione, toccherà alle commissioni, che potranno esprimersi anche a camere sciolte, esaminarli e portare avanti l’iter della riforma. Al momento restano fuori (ma la delega è di un anno) le nuove norme che consentiranno ai detenuti di avere anche incontri intimi con relativi compagni e le cosiddette “misure di sicurezza” che si applicano in caso di libertà vigilata, o detenuti condannato alle case lavoro, alle colonie agricole o agli ospedali psichiatrici. L’obiettivo è quello di alleggerire la popolazione carceraria con maggiore attenzione per i diritti dei detenuti.

ESTENSIONE BENEFICI
In gergo si chiama 4 bis, ossia l’articolo dell’ordinamento penitenziario che riguarda i cosiddetti reati ostativi alla concessione dei benefici previsti dalla legge, finora preclusi a molti detenuti condannati per fatti considerati di elevata pericolosità sociale. Adesso invece sarà il giudice di sorveglianza, del quale aumenta il potere discrezionale, a stabilire, a prescindere dai fatti che hanno portato alla condanna, se dare il permesso per il lavoro esterno o l’affidamento ai servizi sociali. Anche per i condannati all’ergastolo verranno meno alcune “ostatività”. Continua a restare fuori dai benefici, invece, chi sia in carcere per reati di mafia o terrorismo. Mentre adesso potrà ottenere l’affidamento in prova anche chi sia condannato a quattro anni, prima il tetto era di tre anni. In base ai dati degli uffici per l’Esecuzione penale esterna, la popolazione carceraria ammonta a 56.436 persone e 45.456 scontano una pena all’esterno del carcere. Di questi, 9.782 sono “messi alla prova”, mentre l’affidamento ai servizi sociali coinvolge 13.651 condannati. Resta fuori, per il lungo iter della legge di Bilancio che avrebbe dovuto prevedere lo stanziamento dei fondi necessari, la possibilità di concedere ai detenuti incontri intimi con i partner. 

L’AFFETTIVITÀ
Le nuove misure prevedono tuttavia una maggiore attenzione per i colloqui con i familiari e per le mamme, con la creazione di asili riservati ai piccoli che abbiano meno di tre anni e la creazione di nuovi istituti a custodia attenuata per detenute madri che abbiano bimbi fino a sei anni e non possano usufruire dei benefici. E’ un intervento di tutela anche per i 100 mila bambini le cui relazioni affettive con genitori passano attraverso il carcere, il luogo che frequentano per mantenere il loro legame con il padre o con la madre detenuti. Maggiore attenzione anche per i colloqui con i familiari.

LA SALUTE
Un intero capitolo è dedicato alla salute in carcere, con la creazione di sezioni speciali riservate ai casi di infermità mentale sopravvenuta dopo la condanna e l’opzione di rinviata esecuzione della pena in particolari circostanze. Il decreto prevede anche nuove disposizioni sulla possibilità di studio e lavoro in carcere, con la creazione di nuove figure all’interno degli istituti, come operatori e docenti, per garantire l’inserimento dei detenuti. 
 
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