Bancari: trattative rotte verso sciopero a gennaio

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Mercoledì 26 Novembre 2014, 05:57
IL CONTRATTO
ROMA Trattative rotte e scambio di battute al vetriolo. È andata male ieri la riunione a Milano per il rinnovo del contratto dei bancari tra le organizzazioni sindacali del settore e l'Abi, l'associazione delle banche italiane. La decisione di alzarsi dal tavolo è stata presa dai sindacati che accusano le banche di voler far pagare il conto della crisi solo ai lavoratori. Immediata la replica dell'Abi: «Atteggiamento anacronistico».
A questo punto diventa sempre più probabile uno sciopero della categoria che, secondo quanto annunciato ieri dai sindacati, potrebbe tenersi a metà gennaio. Intanto nei prossimi giorni partiranno riunioni e assemblee nei luoghi di lavoro.
I NODI

Le distanze in questo momento appaiono incolmabili. Secondo i segretari di Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil e Uilca ieri al tavolo da parte dell'Abi, rappresentata da Alessandro Profumo, non ci sono state aperture e le «pregiudiziali» sono rimaste invariate. Secondo l'Abi, invece, le aperture ci sono state, ma «l'anacronistica indisponibilità dei sindacati» non ha consentito di «valutarle positivamente». «Onore al riformismo dei banchieri» ironizza Lando Simeoni, segretario generale Fabi. «Non faccio trattative con spade di Damocle e pregiudiziali», dice il numero uno Uilca Massimo Masi. I principali nodi del contendere sono la richiesta delle banche del blocco strutturale degli scatti di anzianità e della revisione delle voci di calcolo del Tfr. Distanze anche su area contrattuale, recupero inflazione e inquadramenti.
Le richieste dei banchieri, afferma Giulio Romani, segretario generale Fiba-Cisl, non serve a risolvere le difficoltà attuali delle banche (dato che per l'anno in corso avrebbe un impatto non superiore ai 600 milioni), ma in compenso distruggerebbe il futuro dei lavoratori, in particolare di quelli giovani, che avrebbero una riduzione strutturale dei salari del 20% e un taglio della pensione del 10%.
L'Abi dal canto suo rivendica «la volontà di discutere di salvaguardia del potere d'acquisto e trovare soluzioni innovative che diano prospettive di sostenibilità alle banche ed ai lavoratori». I banchieri sperano che il «confronto a tutto campo» con i sindacati possa riprendere, ma senza «alcun intento strumentale».
Nella polemica sono scesi in campo anche le confederazioni. La Cisl addossa all'Abi, totalmente sorda alle richieste sindacali, la responsabilità della rottura delle trattative, mentre il neoleader Uil, Carmelo Barbagallo, accusa il governo di aver dato il «cattivo esempio» non rinnovando il contratto del pubblico impiego.
Gi.Fr.
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