Mai più risparmio tradito. Mai più indebite pressioni commerciali per la vendita di prodotti finanziari, anche rischiosi, in banca. Tra le novità messe nero su bianco dai sindacati nella piattaforma rivendicativa, approvata pochi giorni fa, in vista del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari, c’è anche lo stop ai rischi per la clientela. Rischi che, in passato, sono stati la conseguenza di pressioni esercitate dai vertici degli istituti di credito sui loro dipendenti.
Di qui, la richiesta di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin di porre fine a un problema che non è solo una questione di carattere sindacale, ma è anche sociale.
LA CABINA DI REGIA
Adesso, il nuovo tentativo di creare un argine, con i sindacati bancari che guardano anche alla tutela degli oltre 5.000 miliardi di risparmi delle famiglie del Paese. In particolare, con la piattaforma rivendicativa, che a breve sarà portata al vaglio dei 270mila dipendenti bancari interessati dal rinnovo, le sigle chiedono di rivitalizzare, rendendolo più vincolante, il meccanismo di confronto sulle politiche di vendita dei prodotti finanziari e assicurativi, frutto di un accordo del 2017. Il negoziato partirà solo dopo il via libera delle assemblee, che termineranno tra fine giugno e inizio luglio. Il contratto attualmente in vigore era scaduto a fine dicembre 2022 ed è stato prorogato fino al prossimo 30 aprile. Fari puntati sulla parte economica: la richiesta dei sindacati è di un aumento medio delle retribuzioni, su base mensile, di 435 euro da spalmare per tutta la durata del nuovo contratto nazionale. La cifra tiene conto sia dell’aumento dell’inflazione sia della redditività delle banche del Paese che hanno chiuso il 2022 con utili complessivi per circa 15 miliardi.
Statali, un premio più alto ai dirigenti che pagano le fatture in 30 giorni
Tra le altre richieste dei sindacati per il nuovo ccnl, la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali con uno “sconto” di 30 minuti al giorno, misura che si ispira alla logica del “lavorare tutti, lavorare meno e redistribuire di più” e si fonda sugli utili miliardari distribuiti dai cda agli azionisti. I sindacati, poi, chiedono regole in più per lo smart working che va esteso anche a chi lavora in filiale. E ancora: applicare il contratto nazionale anche a chi entrerà in banca per svolgere nuovi mestieri legati alle tecnologie; maggiori confronti tra azienda e sindacati sull’organizzazione del lavoro; estendere le funzioni della “cabina di regia” chiamata ad aggiornare il ccnl anche in corsa; più tutele per i lavoratori; nuove politiche di genere e permessi; rafforzamento del Fondo per l’occupazione che garantisce assunzione di giovani under 35 e ricambio generazionale.