Quando la Pace è donna: Narges Mohammadi come madre Teresa di Calcutta e Malala

Quando la Pace è donna: Narges Mohammadi come madre Teresa di Calcutta e Malala
di SIMONA VERRAZZO
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Venerdì 6 Ottobre 2023, 20:31

Diciannovesima donna a essere insignita del premio Nobel per la Pace, Narges Mohammadi è entrata di diritto nella storia assieme a figure femminili del calibro di madre Teresa di Calcutta e Aung San Suu Kyi e Shirin Ebadi, donne come lei che hanno dedicato la loro vita al rispetto dei diritti umani e a un modo in cui la pace possa veramente esistere. Come la leader dell’opposizione birmana, anche lei non potrà ricevere di persona il prestigioso riconoscimento: nel 1991, al posto di Aung San Suu Kyi, il premio venne ritirato a Oslo dal marito e dal figlio. Madre Teresa di Calcutta, proclamata santa Teresa di Calcutta, venne insignita nel 1979 ed è uno dei volti femminili più noti: ben nota la sua richiesta di devolvere ai poveri i soldi del banchetto in suo onore. Altra donna iconica è Malala Yousafzai, premiata nel 2014 a soli 17 anni, diventando la persona più giovane a essersi mai aggiudicata un Nobel.

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Tornando indietro nella storia bisogna risalire al 1905, quando la baronessa austriaca Bertha von Suttner fu premiata per la Pace.

Un riconoscimento tanto importante è lo specchio dei tempi in cui si vive, puntando l’attenzione su numerose tematiche. Nel 1997 venne premiata l’insegnante statunitense Jody Williams e la sua campagna internazionale contro le mine anti-uomo. All’epoca il riconoscimento fu interpretato come un omaggio a lady Diana, morta poche settimane prima e da sempre in prima linea contro le mine anti-uomo.

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Donne omaggiate sia singolarmente sia in coppia se non persino in tre. Nel 1976 le britanniche Mairead Corrigan e Betty Williams vennero premiate per il loro impegno a porre fine al conflitto in Irlanda del Nord. Ma l’edizione record è stata quella del 2011, con tre donne: le liberiane Leymah Gbowee ed Ellen Johnson Sirleaf e la yemenita Tawakkul Karman. Era l’anno della Primavera Araba che poi è tornata sotto i riflettori nel 2015, quando il premio è andato al Quartetto per il dialogo nazionale tunisino, quartetto composto anche da una donna, Wided Bouchamaoui, che tecnicamente sarebbe la ventesima figura femminile insignita per la Pace dal Comitato per il Nobel norvegese. Tante donne per tante tematiche: dalle minoranze religiose con l’iracheno-yazida Nadia Murad (2018) a quelle etniche della guatemalteca Rigoberta Menchú Tum (1992), dall’ambiente con la keniota Wangari Maathai (2004) alla libertà di stampa con la filippina Maria Ressa (2021).

L’Iran, paese tristemente noto per la repressione soprattutto femminile, ha visto l’assegnazione di un premio tanto prestigioso come il Nobel per la Pace proprio a opera di due donne: prima di Narges Mohammadi era andato nel 2003 all’avvocatessa Shirin Ebadi.

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