Principe Harry, sotto accusa i ranger della sua African Parks in Congo. «Stupri e torture»

L’ente, che gestisce aree protette in dodici Paesi africani, assicura che l’inchiesta interna ha «massima priorità» ed esorta chiunque sia a conoscenza di eventuali abusi a farsi avanti

Stupri e torture in Congo, le accuse dei Baka contro i ranger dell'African Parks del principe Harry
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Lunedì 29 Gennaio 2024, 18:06

Stupri, torture, aggressioni. African Parks Network, organizzazione no profit che gestisce ventidue parchi nazionali in diversi Paesi del continente e nel cui consiglio d’amministrazione siede il principe Harry, sta indagando sulle accuse rivolte ad alcuni suoi ranger che detterebbero legge, con la violenza, nella Repubblica del Congo. L’ente, che gestisce aree protette in dodici Paesi africani, assicura che l’inchiesta interna ha «massima priorità» ed esorta chiunque sia a conoscenza di eventuali abusi a farsi avanti.

Le violenze

Harry, duca di Sussex, è stato presidente dell’organizzazione per sei anni e ora è consigliere. Secondo le accuse, approfondite dal Mail on Sunday in un’inchiesta, i ranger gestiti e pagati da African Parks avrebbero vessato gli abitanti delle foreste pluviali congolesi, picchiandoli e torturandoli. Il periodico britannico ha raccolto numerose testimonianze tra i Baka, che hanno denunciato abusi da parte delle guardie.

Ella Ene ha raccontato di essere stata stuprata da un ranger mentre teneva in braccio suo figlio appena nato. L’uomo ha fatto irruzione di notte nella sua casa e l’ha costretta a recarsi con lui nella foresta, minacciandola: «Ti sparerò». Poi la brutale aggressione: «Tenevo in braccio il mio bambino mentre veniva violentata e cercavo di proteggerlo, è stata la mia prima reazione». Un abitante ha riferito di essere stato ammanettato, frustato sulla schiena con una cintura e costretto con la testa sott’acqua. Informata di queste testimonianze, la Archewell Foundation di Harry e Meghan ha dichiarato in un comunicato: «Quando il Duca è venuto a conoscenza di queste gravi accuse, le ha immediatamente inoltrate all’amministratore delegato e al presidente del consiglio di amministrazione di African Parks, le persone appropriate per gestire i passi successivi».

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Tolleranza zero

Le violenze sarebbero avvenute nell’ambito degli sforzi volti a impedire agli indigeni di entrare in alcune aree della foresta. Il Mail on Sunday cita un attivista Baka che afferma: «Quando trovavano persone nella foresta, le cacciavano e le picchiavano. Dopo che ciò è avvenuto una, due, tre volte, nessuno tornava più». A informare delle accuse dei Baka nel parco nazionale Odzala-Kokoua è stata Survival International, che rappresenta le popolazioni indigene di tutto il mondo. Ha contattato direttamente Harry e Meghan Markle e African Parks, che ha annunciato un approccio di tolleranza zero nei confronti degli abusi e ha confermato il suo sostegno dei diritti delle popolazioni locali. Ma ha anche imputato a Survival International di non aver collaborato all’inchiesta interna. «Siamo consapevoli delle gravi accuse di violazioni dei diritti umani da parte delle eco-guardie contro la popolazione locale che vive adiacente al parco nazionale Odzala-Kokoua nella Repubblica del Congo - è la nota ufficiale - Abbiamo immediatamente avviato un’indagine tramite uno studio legale sulla base delle informazioni che avevamo a disposizione, esortando allo stesso tempo Survival International a fornire tutti gli elementi in loro possesso. È un peccato che abbiano scelto di non collaborare, nonostante le ripetute richieste, e continuiamo a chiedere il loro aiuto».

Anni di abusi

Fiore Longo, responsabile della campagna di conservazione di Survival International, precisa all’agenzia di stampa PA che la vicenda «non è stata una sorpresa», poiché nella regione casi di abusi «si verificano regolarmente da molti anni». E aggiunge: «Con l’arrivo delle aree protette durante il periodo coloniale, molti indigeni sono già stati sfrattati. Ma è proprio intorno al 2010, quando l’African Parks ha preso il controllo, che gli abitanti del posto hanno riferito dell’inasprirsi delle violenze. Hanno detto che i ranger del parco li picchiavano ogni volta che cercavano di entrare nella foresta – che è la loro casa – per raccogliere piante medicinali. È li che cacciano e nutrono le loro famiglie». Riguardo all’affermazione secondo cui Survival International non stia collaborando all’indagine, Fiore Longo sottolinea: «African Parks è il datore di lavoro dei ranger e il gestore dei parchi, dispone delle risorse finanziarie per condurre le proprie indagini. Non sta a noi fornire i dettagli. È una loro responsabilità, quando solleviamo un problema, andare lì e indagare». Longo ricorda poi che l’organizzazione di cui fa parte ha segnalato le accuse già dal 2013 e che gli abusi denunciati dalla popolazione locale «non sono un segreto». Harry, che è stato presidente di African Parks dal 2017 al 2023, è molto legato all’ente benefico e ne parla sempre con orgoglio. «Fin dal mio primo viaggio in Africa da ragazzo sapevo che avrei continuato a tornare in questo continente se avessi potuto, per la sua gente, la fauna selvatica e la vastità», ha spiegato presentando il rapporto 2019. «Ecco perché sono così fortunato ad avere trovato African Parks e a essere stato invitato a unirmi a loro nel 2017 come presidente. Sono estremamente grato per la loro chiarezza di intenti e sono più motivato che mai a fare tutto il possibile per portare avanti la missione di protezione». Ora però il caso dei ranger getta un’ombra sull’organizzazione e ha ricadute d’immagine sull’operato del principe, prima nel ruolo di presidente e poi di consigliere.

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