Orologi, Mauro Mantovani, presidente di Locman: «Misurare il tempo, una sfida italiana»

Orologi, Mauro Mantovani, presidente di Locman: «Misurare il tempo, una sfida italiana»
di Paolo Gobbi
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Martedì 15 Giugno 2021, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 16:14

Per fare un orologio in Italia ci vuole del coraggio. Siamo lontani dalle valli svizzere dove tutte le aziende lavorano in questo settore e interagiscono tra loro. Fare poi un orologio in un’isola, all’Elba, lontano da qualsiasi sistema industriale, è veramente un’idea fuori dal comune. Eppure Marco Mantovani ha fondato e guida ancora oggi proprio a Marina di Campo la sua Locman. Una scelta che in 35 anni lo ha portato ad affermarsi in tanti mercati mondiali, distinguendosi per la qualità dei segnatempo e l’originalità del loro disegno.

Qual è il vostro modello di punta oggi?

«Alcuni modelli in questo momento sono per noi molto importanti. Il primo è il Montecristo Cronografo Openheart: ormai abbiamo un ottimo rapporto di partnership con Sellita e impieghiamo l’SW 500 per questo crono con quadrante trasparente, con fondello a vista, nella cassa classica del nostro Montecristo. Inoltre abbiamo lanciato lo scorso anno la collezione Sport, per celebrare l’anniversario del tonneau in alluminio, a cui quest’anno si è affiancata una variante che si chiama Vision. Anche questa è con quadrante trasparente ed è molto nello spirito di Locman, in una fascia di prezzo accessibile. È un prodotto molto amato dai giovani, da persone di tendenza: di grande leggerezza, dal design attuale, con cinturino in cordura».

La distribuzione è cambiata.

Nel futuro dove si venderanno gli orologi: in negozio oppure online?

«Personalmente spero che tutto torni come prima. Quando compri un orologio è importante il confronto con un professionista che lo spieghi e lo racconti. Nessuno lo compra più per guardare l’ora. Se vogliamo vendere gli orologi su internet allora vanno benissimo i modelli connessi. Però quello che sta succedendo davvero è che i giovani per cui sono stati ideati gli smartwatch non li comprano, vogliono l’orologio del nonno: sul telefonino cercano il massimo della tecnologia, nell’orologio ricercano valori più artigianali, un’eleganza diversa, il valore del fatto a mano. E questa è l’orologeria che amiamo, quella analogica, meccanica».

Quindi il ruolo dell’orologeria è ancora vivo?

«Secondo me è bello che gli orologi vengano venduti da una persona che te li sappia consigliare, che te li fa provare, possibilmente in un negozio fisico. Ci sono marche che hanno fatto una scelta precisa di non vendere online. Noi, ritenendo che sia giusto essere multicanale, volgiamo mantenere protagonisti anche molti dei nostri partner commerciali, quindi i negozi multimarca, oltre ad alcuni monomarca».

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