una crescita dello 0,6, bel lontana dal più 1% che aveva caratterizzato il 2011. La frenata riguarda soprattutto il segmento della profumeria, in calo del 4,5% nei primi sei mesi dell’anno con un trend annuale previsto in ulteriore ribasso del 4.
Mentre i centri estetici aumentano di poco il loro giro d’affari con un modesto più 1,8%, la crisi morde soprattutto i saloni di acconciatura professionale che perdono il 4,1% nel primo semestre e per secondo le stime si fermano ad un meno 3,8%. Dopo anni di vacche grasse calano anche le vendite di cosmetici in farmacia: meno 0,4 nel primo semestre, con una previsione di più 1,1% nel secondo. Chi resiste è la grande distribuzione che, grazie agli store specializzati, si conferma il canale privilegiato per il commercio di prodotti di bellezza: all’anemico più 0,5% registrato nei primi sei mesi del 2012 dovrebbe seguire una crescita dell’1.
Sorprende invece l’aumento del giro d’affari delle erboristerie che, da gennaio a giugno, portano a casa un più 5,2% con trend in crescita. Nonostante la frenata di alcuni segmenti significativi, la previsione di crescita delle esportazioni del 10% nell’anno in corso tende a rinfrancare il sentiment degli operatori del settore. Se il livello per la tenuta dell’occupazione risulta assai deteriorato rispetto a sei mesi fa, il sedici per cento degli intervistati prevede un’ulteriore frenata, è in crescita la percentuale degli imprenditori che prevedono un calo della capacità produttiva. Tuttavia per comprendere a pieno quanto la crisi abbia depresso negli italiani la voglia di farsi belli occorrerà attendere il dato di gennaio 2013, nella speranza che la gelata regali meno brividi del previsto.
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