La crisi frena anche le vendite
di cosmetici: primi 6 mesi del 2012 difficili

La crisi frena anche le vendite di cosmetici: primi 6 mesi del 2012 difficili
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Mercoledì 18 Luglio 2012, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 15:47
ROMA - Nei giorni in cui le principali istituzioni economiche annunciano una flessione del Pil italiano pi marcata del previsto, si annunciano tempi duri anche per il settore della cosmetica, finora solo sfiorato dalla crisi del debito. I dati forniti da Unipro, l’associazione che riunisce le imprese del ramo, non lasciano spazio a dubbi: nel primo semestre del 2012 i consumi registrato
una crescita dello 0,6, bel lontana dal più 1% che aveva caratterizzato il 2011. La frenata riguarda soprattutto il segmento della profumeria, in calo del 4,5% nei primi sei mesi dell’anno con un trend annuale previsto in ulteriore ribasso del 4.



Mentre i centri estetici aumentano di poco il loro giro d’affari con un modesto più 1,8%, la crisi morde soprattutto i saloni di acconciatura professionale che perdono il 4,1% nel primo semestre e per secondo le stime si fermano ad un meno 3,8%. Dopo anni di vacche grasse calano anche le vendite di cosmetici in farmacia: meno 0,4 nel primo semestre, con una previsione di più 1,1% nel secondo. Chi resiste è la grande distribuzione che, grazie agli store specializzati, si conferma il canale privilegiato per il commercio di prodotti di bellezza: all’anemico più 0,5% registrato nei primi sei mesi del 2012 dovrebbe seguire una crescita dell’1.



Sorprende invece l’aumento del giro d’affari delle erboristerie che, da gennaio a giugno, portano a casa un più 5,2% con trend in crescita. Nonostante la frenata di alcuni segmenti significativi, la previsione di crescita delle esportazioni del 10% nell’anno in corso tende a rinfrancare il sentiment degli operatori del settore. Se il livello per la tenuta dell’occupazione risulta assai deteriorato rispetto a sei mesi fa, il sedici per cento degli intervistati prevede un’ulteriore frenata, è in crescita la percentuale degli imprenditori che prevedono un calo della capacità produttiva. Tuttavia per comprendere a pieno quanto la crisi abbia depresso negli italiani la voglia di farsi belli occorrerà attendere il dato di gennaio 2013, nella speranza che la gelata regali meno brividi del previsto.
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