E così è stato anche se la liberazione è avvenuta nel cuore della notte dopo ore e ore di tentativi di salvataggio che hanno coinvolto una nutrita task force di carabinieri e vigili del fuoco. I soccorsi sono giunti sul posto intorno alle 22, quando già era buio, dopo che, poco prima, un agricoltore che era uscito nei campi per lavoro dopo il tramonto, ha sentito delle urla disperate provenire dall’aperta campagna. Urla di aiuto cariche di angoscia ma l’uomo, pur temendo il peggio, non riusciva a vedere nessuno. Da qui l’allarme con l’arrivo dei soccorsi che dopo veloci ricerche hanno individuato il 51enne sprofondato nel canale ormai fino alla cintola. A quel punto è scattata una vera e propria catena umana per il salvataggio. Che non è stato semplice. I carabinieri di Tavullia prima dell’intervento dei vigili hanno provato inutilmente ad afferrarlo e a trascinarlo fuori, ma l’uomo, di stazza robusta, era troppo pesante e impregnato di melma per riuscirci. Così ad ogni tentativo - tra fango, acqua e vesti strappate - il 51enne non faceva altro che sprofondare ancora. Nel frattempo il russo era sempre più spaventato e ci è voluta altrettanta pazienza da parte dei militari dell’Arma per rincuorarlo e tranquillizzarlo attendendo anche l’intervento, decisivo e risolutore, dei vigili del fuoco che grazie, anche alle tecniche del soccorso assimilate, con pazienza e tenacia sono riusciti ad agganciarlo poi, con la catena umana formata da carabinieri e pompieri (almeno sei/sette persone), a tirarlo di peso fuori dalla trappola di fango. Era già passata mezzanotte. Sul posto anche l’ambulanza del 118 ma per fortuna non c’è stato bisogno di un trasferimento in ospedale. L’uomo, pur spossato, sfinito e sotto shock per la brutta avventura, stava comunque fisicamente bene ed è stato accompagnato a casa.
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