Stamina, mamma Tiziana lancia la petizione
per Federico e in difesa del tribunale di Pesaro

La famiglia Mezzina
di Elisabetta Rossi
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Martedì 10 Giugno 2014, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 11:21
PESARO - Ha passato una notte serena, Federico, di ritorno l’altro giorno dagli Spedali di Brescia dove gli hanno infuso l’attesa dose di cellule staminali. E mentre il piccolo ha dormito per ore, dopo diversi giorni, senza troppe interruzioni e pianti, mamma Tiziana invece rimasta sveglia e attiva. La sua guerra contro i “nemici” di Stamina tutt’altro che vinta.



E così, dopo la bufera che si è abbattuta sul presidente del Tribunale di Pesaro, Mario Perfetti e i suoi giudici del collegio, rei di aver nominato commissario ad acta per le infusioni Marino Andolina (indagato dalla Procura di Torino proprio per il caso Stamina) Tiziana Massaro e il neonato Comitato di parenti dei pazienti in lista d’attesa, hanno lanciato una petizione popolare a difesa dei giudici pesaresi e in generale dell’indipendenza della magistratura. L’obiettivo è quello di inviare la raccolta delle firme al Consiglio superiore della magistratura che ha appena aperto un fascicolo sul Tribunale di Pesaro. «Stiamo organizzando banchetti che faremo nei luoghi pubblici, supermercati, bar – dice Tiziana – chiediamo a tutti i cittadini di venire a firmare e di diffondere questa petizione che si può scaricare anche dalla pagina facebook “Una speranza per Federico”. Chiediamo al Csm di garantire la libertà e l’indipendenza del giudizio dei giudici, messa gravemente a repentaglio dagli ultimi fatti. Poteri forti stanno impedendo l’attuazione del decreto 5 dicembre del 2006 sulle cure compassionevoli, della legge 57 del 2013 che autorizza la continuazione delle cure di staminali agli Spedali di Brescia, nonché 200 ordinanze di giudici del lavoro di tutta Italia che hanno dato l’ok alle infusioni con Stamina». «Il collegio del Tribunale di Pesaro – commenta l’avvocato Tiziana Cucco, legale della famiglia Mezzina – non ha deciso secondo compassione ma si è scrupolosamente attenuto alla copiosa documentazione prodotta nel corso dei giudizio e alla legge che ha consentito a coloro che avevano iniziato il trattamento di proseguirlo». A quando la prossima infusione? «L’ideale – spiega mamma Tiziana – sarebbe farla tra 45, massimo 60 giorni. Solo che ora non sappiamo cosa succederà. Mi aspetto di tutto. Già il clima a Brescia non è stato familiare. Nessun medico è venuto a far visita al bambino se non Andolina. Viviamo sempre più alla giornata».
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