Osimo, in moschea con gli islamici i sopravvissuti alla strage di Tunisi

Osimo, in moschea con gli islamici i sopravvissuti alla strage di Tunisi
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Domenica 22 Marzo 2015, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 15:44
ANCONA - Sopravvissuti alla strage di Tunisi, vanno subito in moschea. Giancarlo e Orietta Bartolini parlano di pace in moschea, invitati dai musulmani di Osimo. I coniugi scampati alla strage al Museo del Bardo di Tunisi ieri pomeriggio hanno partecipato alla manifestazione “Moschea Aperta” organizzata della Casa della Cultura Islamica nelle Marche, raccontando la loro esperienza e la loro gratitudine verso tutti coloro, tunisini e italiani, che li hanno salvati dalle raffiche dei mitra e dalle granate fatte esplodere dal commando dell'Isis.



«Sono preoccupata per il popolo tunisino che vive di turismo. Questo attentato è stato un duro colpo alla democrazia e al turismo del Paese che ora si impoverirà. E quando c'è povertà il terrorismo attecchisce. Abbiamo visto piangere il personale del museo dispiaciuto per ciò che era successo. Ci hanno chiesto scusa» ha detto Orietta Storani, ancora scossa, alla platea di ospiti della giornata a porte aperte nel luogo di culto islamico.



Ieri hanno visitato la moschea di Campocavallo di Osimo, dove ogni venerdì si ritrovano a pregare più di 100 fedeli da tutta la Valmusone, anche il presidente del Consiglio comunale Paola Andreoni -

che ha annunciato la consegna della cittadinanza onoraria ai bambini stranieri il 18 aprile - e una delegazione di polizia e carabinieri. I giovani musulmani, nati in Italia e quasi tutti universitari, hanno inaugurato una nuova stagione di dialogo per

l'integrazione, condannando la strategia del terrore già dopo l'attentato da Charlie Ebdo a Parigi con una

manifestazione in piazza.
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