Così ieri ha riferito all’Assemblea Ceriscioli. “Per stare nei parametri si sono chiesti sacrifici al personale e si è rallentata la produzione – ha dichiarato il presidente – che per Torrette è la cosa peggiore che si possa fare. Questo ha, infatti, generato la mobilità passiva. Serve quindi – ha aggiunto – un’azione strategica puntando su strutture che possano operare al massimo delle proprie capacità e diminuendo la stessa mobilità passiva”.
Tra le righe, la volontà di un cambio ai vertici dell’azienda ospedaliera per far sì che Torrette torni ad essere eccellenza regionale. “Anche Ospedali riuniti è al centro della rotazione avvenuta su tutti i territori e all’Asur”, ha affermato il presidente, lasciando intuire che la partita sulle nomine, definite quelle di Asur, Aree vaste, Inrca e Marche Nord, non è ancora chiusa. Del resto, non è un mistero che Ceriscioli voglia nominare un uomo di sua fiducia al posto dell’attuale dirigente generale Paolo Galassi, anche per poter rilanciare l’ospedale regionale.
Peccato che Galassi non abbia alcuna intenzione di lasciare l’incarico, blindato da un contratto di ferro fino al 2017. La trattativa per accompagnare il direttore all’uscita di scena da Torrette è in stand by. È atteso un nuovo incontro a giorni, ma l’accordo sembra comunque distante. E rimuovere Galassi dalla carica potrebbe significare per la Regione avventurarsi in un nuovo contenzioso.
Diretto il consigliere della Lega Sandro Zaffiri. “Galassi se ne deve andare per riportare Torrette all’eccellenza. Ha condotto l’ospedale guardando solo ai numeri, deteriorando i rapporti con i professionisti ed ora ne paghiamo le conseguenze”.