Chiaravalle, dopo la rapina
e il sequestro lo sfogo
dell'avvocato Paola Duca:
«Non so cosa avrei fatto
se avessi potuto sparare»

Chiaravalle, dopo la rapina e il sequestro lo sfogo dell'avvocato Paola Duca: «Non so cosa avrei fatto se avessi potuto sparare»
di Gianluca Fenucci
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Martedì 10 Febbraio 2015, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 09:31
CHIARAVALLE - "Sono sgomenta perché nella società in cui viviamo può accadere che nonostante le inferriate, le cautele, una vita tranquilla, puoi aprire gli occhi e trovarti di fronte, nella tua camera da letto, malviventi che ti minano la serenità e l'intimità".





L’avvocato Paola Duca è una donna coraggiosa che crede nella giustizia e nelle istituzioni. E' un noto ed apprezzato avvocato ed ha un hobby per il tiro a volo che l'ha portata anche a vincere nel 2011 il titolo italiano di tiro al piccione, una specialità del tiro a volo in cui si spara a sagome di volatili.



Ha ancora negli occhi quei terribili momenti della notte tra domenica e lunedì. “Mi ha svegliata mio figlio Antonio alle 3 di notte: mi ha telefonato per dirmi che stava vedendo la mia auto, una Bmw serie 7, uscire dal cancello e mi chiedeva dove stessi andando. Così ho capito che ci stavano derubando. I malviventi sono entrati nella mia camera, in quella di mia madre Armanda e in quella di mia figlia Giulia. Hanno rubato le nostre borse vicino ai comodini, molti brillanti e gioielli, tanto oro mentre stavamo dormendo e poi ci hanno chiuso dentro le nostre stanze.



"Poi - continua nel suo drammatico racconto Paola Duca - hanno rubato anche la cassaforte blindata con 10 armi, tra cui una pistola che tenevo gelosamente custodita visto che a quelle armi tengo moltissimo perché sono le mie compagne nelle gare di tiro a volo. Non riuscivano ad aprirla la cassaforte ed allora l'hanno portata via. Subito sono corsi da noi mio figlio, che dormiva nella depandance e mia sorella che vive nella palazzina vicina alla mia e ci hanno riaperto le porte. Abbiamo vissuto momenti di grande paura, di fortissima tensione anche perché non eravamo sicuri che quei delinquenti fossero realmente usciti dalla nostra casa. Sono entrati sul retro, da un vicino cantiere edile sporco e mal custodito e sono poi andati via passando per il cancello principale. Abbiamo dei cani da guardia ma per non infastidire i vicini di solito la notte li chiudiamo nei box, quindi non abbiamo neppure sentito il loro abbaiare. Hanno arraffato cose cui tengo particolarmente ed anche molto preziose ed invece si sono presto sbarazzati dei nostri telefonini, delle carte di credito, di tutto ciò che è rintracciabile".



Paola Duca è ferita ed addolorata ma è molto determinata. "Non so cosa avrebbe potuto accadere se avessi avuto qualche arma a disposizione: posso ben comprendere chi ha subito queste violenze ed ha reagito. Non siamo più sicuri nemmeno nelle nostre case: questo è profondamente ingiusto e viene voglia di farsi giustizia da soli".