Ancona, sentenza clamorosa:
ancora uno stop al nuovo Inrca

Il nuovo Inrca
di Emanuele Garofalo
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Giovedì 14 Gennaio 2016, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 11:39
Nuovo Inrca dell'Aspio, il Consiglio di Stato cambia ancora una volta le carte in tavola. Annullato il contratto di appalto firmato dal governatore Ceriscioli e Regione condannata a pagare le spese legali, la magistratura ha ordinato il passaggio dei lavori alla Cmc, togliendoli dalle mani della cordata Salc-Matarrese Srl. Accolto il ricorso della coop edile di Ravenna, assistita dall'avvocato Giovanni Ranci, si è registrato l'ennesimo ribaltone nella vicenda. Così l'ospedale di Ancona Sud è al quarto passaggio di mano nell'arco di quattro anni. Stavolta però la sentenza segna un punto fermo: la decisione del Consiglio di Stato è definitiva e inappellabile.

La Cmc subentrerà nell'appalto, ora si stimano altri due anni di lavori per il taglio del nastro, che ormai slitta al 2018 dopo una serie incredibile di rinvii, fallimenti dei costruttori e battaglie legali tra le imprese. Prima di poter riprendere i lavori, i precedenti costruttori Salc-Matarrese dovranno calcolare l'importo delle opere già realizzate, chiedere il pagamento, quindi liberare l'area del cantiere per lasciare posto alla Cooperativa Muratori e Cementisti. Qual è stata l'ultima parola della magistratura? La sentenza del Consiglio di Stato afferma che la Matarrese Srl, newco creata dal concordato preventivo della Matarrese Spa, non avrebbe potuto rilevare i lavori e quindi il contratto stipulato dalla Regione è da annullare, ordinando il subentro della coop di Ravenna. Uno schiaffo per la Regione, che aveva difeso l'appalto, sostenendo la necessità di accelerare e concludere i lavori. Ecco l'ultima tappa dell'odissea dell'Inrca, dopo anni di dibattito sul progetto e sull'area di costruzione.

Nel 2012 finalmente la prima aggiudicazione al gruppo Gdm – Psc e subito il primo ricorso, vinto dalla coop edile di Imola Cesi, difesa dal sindaco Mancinelli in veste di avvocato. La vittoria al Consiglio di Stato, dopo aver bloccato il cantiere per un anno, non fa comunque ripartire i lavori: la Cesi entrerà in liquidazione poco dopo, nonostante la cerimonia per la posa della prima pietra. La Regione passerà l'appalto alla terza classificata nella gara, la cordata Salc-Matarrese, ma nel 2014 la vicenda riesplode: la Cmc lamenta errori nei punteggi assegnati nella gara e anche la Matarrese Spa nel frattempo rischia fallimento, passando i lavori alla nuova Srl. Il Tar respinge il ricorso di Cmc, il Consiglio di Stato invece no e ordina l'ultimo clamoroso passaggio di consegne.
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