Ancona, due mesi per guarire dalle botte per gelosia.
Condannato l'ex

Ancona, due mesi per guarire dalle botte per gelosia. Condannato l'ex
di Federica Serfilippi
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- Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 07:05
ANCONA - «Se non mi avesse aiutata il mio vicino di casa a scappare, mi sarei buttata dalla finestra, altrimenti il mio compagno mi avrebbe ammazzata di botte». L'incubo di una 33enne è iniziato la notte del 23 giugno 2013 a Marzocca (Ancona), dove conviveva nei fine settimana con il fidanzato, un operaio senigalliese di 35 anni. I due avevano intrecciato una relazione nel 2011. Inizialmente, qualche discussione tra la coppia, poi la gelosia di lui avrebbe preso il sopravvento, tanto che - secondo la versione della parte offesa - la ragazza sarebbe stata costretta a rimanere più volte segregata in casa per volontà del proprio compagno.

Un turbine di possessione culminato in una notte d'estate. I due fidanzati avevano passato la serata a ballare in uno chalet di Senigallia. Tutto procedeva per il meglio, poi i due avrebbero iniziato a litigare al momento di tornare a casa. Lei, stanca delle scenate del 35enne, prese la decisione di andarsene dall'appartamento. In pochi minuti raccolse le sue cose e fece la valigia. Una scena che avrebbe mandato su tutte le furie l'operaio. Vedendo la giovane camminare verso la soglia della porta, si sarebbe lanciato all'inseguimento della fidanzata, fino a sbarrarle la strada e chiudendola dentro casa a chiave. Sicuro che non potesse scappare, avrebbe dato sfogo alla sua ira. Calci, pugni, tirate di capelli che non hanno lasciato via di scampo alla 33enne.

Per l'accusa, lui le avrebbe sbattuto la testa contro il muro e le avrebbe addirittura morso il viso. Non sarebbero mancati dei pugni contro la pancia della ragazza. A portarla via dal suo aguzzino è stato un vicino di casa della coppia, attratto dalla urla della 33enne. Mentre sulla porta i due uomini parlavano, la donna è riuscita a divincolarsi e a scappare, raggiungendo poi casa dei genitori. Poi, il pronto soccorso da cui la vittima uscì con un referto di 58 giorni di prognosi per le gravi lesioni subite. Dopo l'episodio si rivolse prima ai carabinieri per la denuncia, poi a un centro antiviolenza. Assistito dall'avvocato Sabrina Marinelli, l'uomo è finito in tribunale con l'accusa di violenza privata e lesioni personali gravi. Ieri, è stato condannato alla pena di 3 mesi di reclusione.
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