Ancona, liti e polemiche
cittadella dello sport nel caos

Lo stadio Del Cònero di Ancona
di Michele Natalini
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Giovedì 2 Ottobre 2014, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 17:13
ANCONA In malora il Del Cnero e il PalaRossini. Ingovernabili. Ingestibili. Un tempo fiori all’occhiello di Ancona. Perch nessuno in Italia ha una cittadella sportiva così, lo stadio (24mila posti) e il palazzetto (seimila) attaccati, quasi una cosa sola. Oggi, 22 anni dopo, col grande sport che non abita più qui e la crisi che morde, sono due cattedrali nel deserto. Due impicci. Buoni solo a far accapigliare i tre principali attori in causa, ossia il Comune, il consorzio Ancona per lo Sport e l’Ancona 1905. Litigi. Bordate a mezzo stampa. Avvocati al lavoro.





L’ultimo polverone è «la guerra delle lampadine». Il Del Cònero che si prepara a ospitare la prima notturna del campionato di Lega Pro, Ancona-Grosseto, ma è al buio: dei 182 fari in dotazione ai riflettori ne funzionano 64. «Tocca al Comune sostituire le lampade bruciate: è manutenzione straordinaria» la versione del presidente Andrea Marinelli. «No, è ordinaria e quindi sta all’Ancona, come da convenzione» la replica dell’assessore allo sport, Andrea Guidotti. L’ha avuta vinta il Comune: è intervenuta l’Ancona. E così domani sera si gioca. Ma la società biancorossa giura che non finisce qui. «Sono sconcertato dalle parole di Marinelli e dell’ad Mancini che ho letto sui giornali in questi giorni. Ce ne freghiamo del Del Cònero? In estate abbiamo speso 70mila euro più Iva per rimetterlo a norma ripristinando tornelli, telecamere e barriere per evitare i contatti tra tifoserie. In un momento di difficoltà economica come questo, poi» riattacca Guidotti. «Le lampade? Anche uno sprovveduto capisce che si tratta di manutenzione ordinaria. Piuttosto mi sorprende che l’Ancona, pur avendone l’obbligo, si sia premurata del funzionamento delle luci solo in prossimità della partita. L’impianto è vecchio? Di due anni rispetto a quando l’hanno preso in gestione. Se andava bene nel 2012, non capisco perché non debba andare oggi» continua Guidotti.



Ma l’illuminazione è solo una delle spine nei rapporti tra Ancona e amministrazione. Sul tavolo anche i lavori per l’impianto di irrigazione, il manto erboso e le infiltrazioni negli spogliatoi. Nel conto di Marinelli pure alcuni interventi al Dorico, il vecchio stadio gestito fino al giugno scorso e adesso passato al Pietralacroce 73 (Seconda categoria). I conti del Comune sono altri, e infatti da palazzo del Popolo reclamano 21mila euro. L’Ancona no, ritiene che si debba fare pari e patta. «Servono buon senso e voglia di collaborare per riprendere la strada maestra» conclude Guidotti.

Intanto, sulla giostra della discordia è salito anche il consorzio Ancona per lo Sport, che debito dopo debito a dicembre potrebbe chiudere baracca. Di sicuro dal 2005, quando le gestioni di stadio e palazzetto sono state scorporate, il consorzio ha in carico il PalaRossini, sfruttato ormai principalmente per l’attività di società giovanili, e l’area esterna del Del Cònero, inclusi però i locali delle federazioni sotto la curva nord e le torri faro. Proprio per tre delle quattro torri faro, che al loro interno hanno dei ripetitori telefonici, è nato un contenzioso giudiziario con l’Ancona. Motivo: i circa 20mila euro all’anno di proventi. Da convenzione spettano al consorzio. A luglio le parti erano sul punto di accordarsi. Ma poi è saltato tutto e la causa è ripartita. No, non c’è pace sotto il cielo della cittadella dello sport.