Il ragazzo, bloccato dalla polizia, ha approfittato di un pomeriggio domenicale, quello del primo giugno scorso. Ma la notizia, rivelata in esclusiva dal Messaggero, è stata tenuta segreta. L’istituto era deserto. C’era solo un vigilante, che si è accorto del blitz quando il dispositivo di allarme ha iniziato a suonare in guardiola all’insaputa del giovane. L’uomo ha quindi avvisato le forze dell’ordine. Un testimone avrebbe visto il ragazzo tagliare delle reti per accedere nello stabile.
Il quindicenne sarebbe entrato dal lato posteriore della scuola, forzando una porta secondaria. Una volta raggiunti i corridoi ha iniziato a spargere l’acido sui divani e altri arredi. Gesto ripetuto negli uffici di presidenza. «Ha anche lasciato un biglietto sul mio tavolo in cui pretendeva che tutti gli studenti venissero promossi» ha raccontato la Cuppini, specificando di non aver preso personalmente visione del foglio. «I danni non sono stati di grande entità e dobbiamo ancora fare una stima economica» ha precisato la preside. «L’ho incontrato e gli ho chiesto spiegazioni - ha detto la Cuppini - lui ha risposto dicendo che lo aveva fatto perché l’istituto non gli piaceva».
La motivazione ha lasciato la dirigente di stucco: «Gli ho detto che avrebbe potuto semplicemente cambiare scuola. Lui ha riconosciuto di aver sbagliato». Altro elemento di sorpresa è relativo allo stesso autore del gesto: «Proviene da una famiglia normale, anche se non conosco direttamente i genitori-ha spiegato la preside- lui è molto taciturno, in classe non socializzava tantissimo. Non è mai venuto da me per lamentarsi di qualcosa. Ha voluto attirare l’attenzione, ma non so per quale motivo». Un gesto forse non impulsivo:«Secondo alcuni compagni di classe, il ragazzo aveva annunciato che prima o poi avrebbe fatto qualcosa a scuola, senza mai specificare nulla».