E lì, in quelle librerie semplici di un’altra epoca, che sono ancora custoditi oltre 5mila volumi in attesa di trovare una collocazione dignitosa. Sì perché tra raccolte e collane un tempo appartenute a Laura (la moglie di Ingrao amava acquistare e studiare testi d’arte), non ci sono soltanto i romanzi di Kafka, di Joyce e dei migliori autori introspettivi di inizio Novecento (i preferiti di Ingrao), ma anche sceneggiature e saggi di un patrimonio librario cinematografico che merita di essere riscoperto. Una passione, quella per il grande schermo, che animò lo storico dirigente del Pci sin dai tempi dei primi studi universitari quando, per un breve ma felice anno, lasciò la facoltà di giurisprudenza per frequentare il Centro sperimentale di cinematografia.
Un anno dopo, nel 1935, Ingrao sarebbe tornato alle materie che, secondo i suoi genitori, gli avrebbero assicurato un futuro ma non trascurò mai la sua passione più grande. Tra centinaia di testi dei più importanti autori del neorealismo e non solo, ci sono anche quelli che contengono scritti squisiti e riflessioni acute dello stesso Pietro e che meritano di essere messi al servizio dalla collettività. Come? Tra le varie proposte vagliate della famiglia Ingrao quella che ha riscosso maggiore successo è stata proprio quella di trasferire i 5.000 volumi presso la biblioteca di Lenola.
Ad oggi la struttura non è pronta per una simile sfida ma l’amministrazione sta lavorando alacremente ad un progetto di rilancio e restyling che, a inizio del 2016, interesserà proprio i locali di Corso Vittorio Emanuele. La possibilità di poter consultare un patrimonio di inestimabile valore, e non solo per essere stato composto e accuratamente selezionato da Pietro Ingrao, rappresenta una grande opportunità per la città di Lenola che ambisce a diventare un importante polo culturale. Un progetto ambizioso quello in programma che, nell’arco di nove mesi, dovrebbe consentire il trasferimento dell’intera collezione libraria dello storico dirigente del Pci a Lenola.