Biblioteca incontra, Galli Della Loggia: "La scuola ha smarrito il suo ruolo"

Biblioteca incontra, Galli Della Loggia: "La scuola ha smarrito il suo ruolo"
di Luca Telli
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Domenica 10 Marzo 2024, 18:36

Biblioteca incontra, sale piene e solo posti in piedi per il secondo appuntamento della rassegna con Ernesto Galli Della Loggia. Storico e editorialista del 'Corriere della Sera', ha presentato venerdì sera nella sala conferenze del consorzio delle biblioteche il libro ‘Insegnare l’Italia’ (Morcelliana Scholé, 2023) scritto in collaborazione con Loredana Perla. Fuori dalle pagine del libro, introdotto da Giuseppe Manfridi che ha moderato l'incontro, quello che Galli Della Loggia fa della scuola italiana è il ritratto impietoso di un'istituzione completamente svuotata, dai contorni quasi ectoplasmatici e "che ha smarrito il suo ruolo educativo e sociale".

Una situazione che è il frutto di "scelte sbagliate reiterate nel tempo" che, secondo Galli Della Loggia, hanno un momento aurorale ben preciso: il 1969. L'anno successivo l'esplosione della contestazione giovanile: "quando, per dare una sorta di contentino e sperare di placare le proteste, si decise di liberalizzare l'accesso all'università. Da quel momento qualunque diplomato poté iscriversi a qualunque facoltà. Ne conseguì che le aule si riempirono di centinaia di studenti sprovvisti delle basi necessarie per affrontare determinati argomenti".

Un processo a catena che, nei fatti, si dimostrò disastroso sia sotto il profilo quantitativo che sotto quello qualitativo.

"L'università è però solo un aspetto del problema - continua Galli Della Loggia - gli interventi sulla scuola dell'obbligo sono stati, per forza di cose, di natura differente portando però allo stesso deludente risultato". Critico anche sul sistema di reclutamento degli insegnanti, e sul business legato alle università telematiche, il pensiero di Galli Della Loggia è avvolto da un pessimismo di fondo sul futuro: "L'Italia è un paese in declino, e non lo è da oggi". Sulla nuova generazione di adolescenti, quella dei quindicenni, ha riserve profonde: "Un'inversione di tendenza è sempre possibile, ma in questo momento non credo ci siano spiragli. I nostri ragazzi sono schiavi dei social, degli smartphone. E, cosa peggiore che consolida tra l’altro il cammino già intrapreso dalla generazione precedente, non legge. Se manca questo requisito tutto diventa molto più complesso".

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