Giuseppe, morto a 16 anni: «Trattato come un invisibile»

L'avvocato della madre: da un anno era affidato al Comune, non lo hanno neppure iscritto a scuola

Giuseppe Maiolo
di Elena Ganelli
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Venerdì 8 Marzo 2024, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 11:18

«Voglio parlarvi di Giuseppe, un ragazzo dotato, brillante, il cui percorso di vita è stato sicuramente meno facile di quello di gran parte di noi, ma sempre affrontato con fierezza e coraggio. Giuseppe meritava unicamente di essere aiutato ad affrontare i propri demoni comuni alla sua generazione - non di essere isolato, ignorato e bollato».

Non ha avuto una vita facile Giuseppe Maiolo, tutta in salita e interrotta bruscamente mercoledì mattina quando sulla strada regionale 630 a Formia lo scooter sul quale viaggiava si è scontrato con un autocarro. Non aveva compiuto ancora 17 anni e negli ultimi due aveva avuto qualche problema con la giustizia. A raccontare la sua storia è l'avvocato Luca Cupolino che lo ha assistito legalmente e che oggi non intende soltanto difenderne la memoria ma anche richiamare alle proprie responsabilità e ai doveri non assolti in primis l'amministrazione comunale di Formia e il sindaco Gianluca Taddeo al quale a maggio dello scorso anno era stato temporaneamente affidato su decisione del Tribunale dei minori che aveva temporaneamente sospeso la genitorialità alla madre, unico genitore presente visto che il padre li aveva abbandonati. I giudici, in seguito al suo secondo arresto e alle dichiarazioni della madre, in una condizione di particolare fragilità quindi non in grado di occuparsene al meglio, hanno ritenuto che il ragazzo necessitasse «di un contenimento comunitario e di una assunzione costante e regolare della terapia farmacologica prescrittagli». Cosi i giudici hanno provveduto «alla nomina del tutore provvisorio nella persona del Sindaco di Formia stabilendo che dovesse essere ricollocato in una struttura adeguata alle sue problematiche». Onere del quale si sarebbe dovuta fare carico proprio l'amministrazione.
«Oggi da essere umano prima, da avvocato poi racconta il legale - per me non è possibile accettare l'ipocrita sfilata di soggetti, dapprima le stesse istituzioni pubbliche che avevano lo specifico compito di tutelarlo, che, in cerca di visibilità, per mondarsi la coscienza o per un mero fine di strumentalizzazione politica e pubblica, si stanno struggendo, lanciandosi in inopportuni comunicati, proposte di aiuto postumo o meri commenti. Giuseppe, documenti alla mano, era sotto la tutela e l'egida di numerose istituzioni pubbliche, locali e non, nessuna delle quali per quasi un anno si è mai realmente curata delle sue necessità di vita di Giuseppe». L'avvocato prosegue e spiega che il 16enne non è stato iscritto a scuola, non ha goduto di alcuna assistenza pubblica, neanche in occasione di altre circostanze in cui, a parte la madre, nessuno ha voluto adempiere ai propri doveri.
«E' stato trattato da invisibile, dalle stesse istituzioni a cui era stato formalmente demandato il compito di tutelarlo, in spregio di qualsiasi principio morale e, soprattutto, in spregio al motivo della stessa esistenza di determinati enti; l'unica cosa che ha ricevuto è stata indifferenza, menefreghismo e, spesso, infondate querele e segnalazioni».
Il riferimento è «alla mancata iscrizione a scuola», e al fatto che «pur essendo beneficiario della legge 104, e nonostante sia stato avvisato il sindaco ed i servizi sociali della scadenza dell'attuale periodo e della necessità di far sottoporre il ragazzo alla visita medica rituale», questi non si sarebbero attivati, «omettendo di porre in essere la pratica amministrativa per i relativi accertamenti, con contestuale decadenza di Giuseppe da ogni beneficio».
«Una assenza quella dell'ente - commenta l'avvocato - alla quale la madre, vista la temporanea privazione della potestà genitoriale, non poteva compensare. L'altra mattina Giuseppe avrebbe dovuto stare in classe e non in motorino. E se la sua vita aggiunge l'avvocato Cupolino - può aver significato qualcosa unicamente per pochi, la sua morte deve significare qualcosa per tutti, affinché non si assista più alla marginalizzazione dei soggetti più deboli, da parte dei soggetti più "forti" che anzi dovrebbero, lontano dal palco pubblico, farsi un esame di coscienza e chiedersi seriamente se hanno davvero fatto il possibile, o quantomeno il dovuto, per assicurare a Giuseppe l'aiuto e la dignità di cui aveva pienamente diritto. Almeno questo, ognuno di noi, lo deve alla sua memoria».
E ieri pomeriggio il legale ha dovuto chiedere al Tribunale dei minori di revocare la sospensione della potestà genitoriale per consentire la nomina di un perito di parte nell'autopsia perché le notifiche della morte vengono inviate al Comune di Formia.
 

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