Sospetto sfida social: saranno sentiti prof e amici del 16enne morto. Si indaga per istigazione al suicidio

In corso l'autopsia sul ragazzino romeno

Sospetto sfida social: saranno sentiti prof e amici del 16enne morto
di Tito Di Persio
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Martedì 2 Aprile 2024, 18:56 - Ultimo aggiornamento: 18:59

 Istigazione al suicidio, questa è l’ipotesi di reato formulata dalla procura di Teramo, al momento contro ignoti, sul caso del sedicenne, di origini romene, che si sarebbe strangolato con una cintura e trovato dal fratellino più piccolo in fin di vita, nella sera del venerdì santo nella frazione di Campo a Mare a Roseto. Il pm Francesca Zani sta indagando, oggi si saprà se verrà disposta l’autopsia o se la salma sarà restituita alla famiglia per la sepoltura.


GLI ACCERTAMENTI
Nel frattempo, si continua a indagare, con la massima discrezione, sul decesso di un minore. Stando a quanto si è appreso, non sembra trattarsi di suicidio: il giovane non avrebbe avuto intenzione di togliersi la vita, ma si ipotizza la possibile partecipazione a una delle diverse sfide social, diffuse tra i giovanissimi: si tratterebbe della “Blackout Challenge”. Questa sfida, considerata un gioco dagli adolescenti per dimostrare coraggio e mettersi alla prova, è molto pericolosa. Consiste nel legarsi al collo una corda, una sciarpa o una cintura per provare la propria resistenza a trattenere il respiro il più possibile. La sfida viene filmata e postata su TikTok con l’hashtag #BlackoutChallenge. Anche se al momento è ancora presto per dire se si tratta di questa agghiacciante pratica: le indagini sono solo nella fase iniziale.

La pm, la sera stessa, ha posto sotto sequestro il computer del ragazzo e il suo telefono. I dispositivi saranno esaminati dai periti nei prossimi giorni alla ricerca di tracce della drammatica serata.


LE DIFFICOLTÀ
Ci sarebbero, poi, problemi non da poco per quanto riguarda l’accesso all’attrezzatura informatica: i dispositivi sono protetti da complicate password e il telefonino è un iPhone di Apple. Non si esclude che la procura debba chiedere l’autorizzazione alla casa di produzione di Cupertino, in California, per poterlo aprire. E ci potrebbe essere anche di più, nel caso si trattasse di un gesto volontario, vale a dire una lettera di addio che potrebbe essere contenuta in formato digitale in uno dei dispositivi.
Nel frattempo, continuano le indagini da parte dei carabinieri della stazione di Roseto e della compagnia di Giulianova. Quasi certamente, nei prossimi giorni verranno ascoltati compagni di classe, amici, insegnanti, familiari e chiunque conoscesse bene il giovane.
La città di Roseto è scossa dall’accaduto. Decine e decine i messaggi di cordoglio sui social, c’è anche chi propone di limitare ai giovanissimi l’utilizzo di alcuni social network. La tragedia si è consumata venerdì scorso verso le 23.30. A scoprire il corpo del sedicenne, seduto davanti al pc e strangolato con la cintura dei pantaloni al collo, è stato il fratellino di 12 anni che era in sala insieme al padre, alla madre e altri due fratellini ancora più piccoli. Lui, che condivideva la camera con il sedicenne, ha immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto è arrivata un’ambulanza del 118. I sanitari inizialmente hanno cercato di rianimare il ragazzo, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Sul luogo, oltre agli uomini dell’arma per le indagini, è arrivato anche il medico legale Giuseppe Sciarra per l’ispezione cadaverica, sul corpo non sono stati rilevati segni di violenza fisica. La salma poi è stata trasportata all’obitorio del Mazzini di Teramo. Il sedicenne era uno studente modello, apprezzato dai suoi compagni di classe e di scuola, quindi senza nessun problema apparente. Frequentava l’indirizzo informatico di un istituto superiore cittadino.
 

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