IL RICORDO

Strage alla stazione di Bologna, Mattarella: «Matrice neofascista, emersi ignobili depistaggi». Meloni: «Desecretare gli atti»

La commemorazione

Strage alla stazione di Bologna, Piantedosi: «Cammineremo insieme ogni 2 agosto»

Centrodestra: "Ampliare le basi documentali"

«Ricercare la verità storica» sulla strage della stazione di Bologna «e ampliare le basi documentali - anche e soprattutto attraverso la desecretazione degli atti - per agevolare eventuali ulteriori sviluppi in sede giudiziaria» è «urgente e necessario». È quanto si legge nella mozione del centrodestra, a prima firma del deputato di Fdi Federico Mollicone, presentata alla Camera nel giorno dell'anniversario della strage di Bologna. Il testo, visionato dall'Adnkronos, è stato firmato anche da esponenti di Forza Italia (Pittalis e Bergamini tra gli altri) e Lega (tra cui Matone e Morrone).

Meloni: "Giungere alla verità, desecretare gli atti"

Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l'Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo. Questo governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all'Archivio centrale dello Stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai governi precedenti». Lo dichiara la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando la strage di Bologna.

Il minuto di silenzio

L'aula della Camera si è fermata, osservando un minuto si silenzio, alle 10,25, l'orario in cui esplose la bomba alla stazione di Bologna il 2 agosto del 1980.

Salvini: "Mai più violenza politica"

«Una ferita ancora aperta nella coscienza nazionale, che quel 2 agosto di 43 anni fa veniva lacerata dall'orrore. Oggi, nel ricordo delle vittime e nella vicinanza alle loro famiglie, risuoni e venga tramandato alle nuove generazioni il monito: costante vigilanza, mai più violenza politica, mai più sangue innocente». Così Matteo Salvini su Twitter, postando le immagini dei primi soccorsi del 2 agosto del 1980.

Gasparri: "Uno dei momenti più tragici nella storia della Repubblica"

«A 43 anni di distanza resta immutato l'orrore per la strage di Bologna, uno dei momenti più tragici e dolorosi nella storia della Repubblica. La verità giudiziaria è nota e condanna i gruppi della destra estrema. Una realtà di cui tutti dobbiamo essere consapevoli. Lo scenario inquietante di quel tempo, emerge con tragica evidenza da atti conservati dai servizi segreti che ho letto nell'ambito di una commissione di inchiesta quando erano secretati e che ora sono stati in parte resi pubblici. Con buona pace di depistastori mai domi, i rapporti dal Libano del colonnello Giovannone del 1980 sono chiari. E alla vigilia delle stragi di Ustica e di Bologna il grido di allarme era preciso ed esplicito.

La pista palestinese non è una suggestione, è una drammatica verità. Giovannone nei suoi rapporti allerta e parla con chiarezza. Abbiamo fatto una lunga e dura battaglia dal Parlamento per chiedere e ottenere la divulgazione di quegli atti, che deve essere completa. I gendarmi della memoria si irritano davanti a questa richiesta. Ma noi leggemmo e sapemmo già molti anni fa. Ora tutti devono leggere e sapere, cosa in buona parte possibile, ma ora ogni carta deve essere consultabile. Basta censure. Parliamo delle tragedie che hanno devastato la storia italiana. Sulle quali si continua giustamente ad indagare. E che spesso, soprattutto su Ustica, hanno visto la fantasia cinematografica prevalere sulla verità della storia. I caduti si ricordano e si onorano con la verità e con la fine di censure di ogni tipo. Ma certi 'alfierì della verità parziale sono intolleranti quando si parla della tragica verità di Giovannone. Nessuno nega le sentenze. Ma nessuno ignori verità inoppugnabili». Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri vicepresidente del Senato

La ricerca della verità

«La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. È in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche. La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l'attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano. E con Bologna e l'Emilia-Romagna, l'intera Repubblica avverte la responsabilità di difendere sempre e rafforzare i principi costituzionali di libertà e democrazia che hanno fatto dell'Italia un grande Paese». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'anniversario della strage di Bologna.

Mattarella: «Matrice neofascista e ignobili depistaggi»

«L'Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura. È servita la mobilitazione dell'opinione pubblica. È servito l'impegno delle istituzioni. La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l'anniversario della strage di Bologna.

Le vittime: "Dal governo vogliamo parole chiare"

«Come fate a dire che la strage è di destra quando tutti i vari partiti di governo hanno firmato una richiesta di una commissione per vedere l'interessamento estero sulle stragi?» Lo ha domandato il presidente dell'associazione delle vittime della Strage del 2 agosto 1980 Paolo Bolognesi, intervenendo nel cortile di Palazzo D'Accursio e rivolgendosi al ministro Matteo Piantedosi. «Cercate di mettervi d'accordo come governo. Quando noi siamo qua, vogliamo parole chiare, la smettano di fare cose che non hanno niente a che fare con la verità, i processi vengano fatti nei tribunali», ha aggiunto.

Oggi la commemorazione della strage alla stazione di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980. Nell'attentato rimasero uccise 85 persone e oltre 200 rimasero ferite.

Strage di Bologna, 2 agosto 1980: l'Italia si ferma per ricordare le 85 vittime

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