E poi i giorni dell'asilo , le «prime versioni di latino tradotte insieme» con «il tuo aiuto magico per il maledetto Isocrate e per i filosofi greci» e il periodo dell'Università.
Le «gite sui monti della nostra Courmayeur, i litigi, le sgridate, l'ultima pochi giorni prima del matrimonio». E poi ricorda ancora Federica i momenti in cui il padre le è stata al fianco «amorevole», quando nacque la sua primogenita e quando ebbe un problema di salute. «Mi manca il tuo arguto senso critico - si legge in chiusura -, che si parlasse di filosofia, letteratura, musica, storia e arte. Mi manca il suono de tuo pianoforte che giace orfano del tuo talento, come orfani siamo noi. Papà vorrei averti potuto e saputo dare tutto quello che mi hai dato, per sempre».
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