Un mese non è sufficiente per tirare conclusioni, ma dopo trenta giorni si conferma, come già dopo le prime due settimane, il calo degli incidenti a Bologna, dove il 16 gennaio è stata introdotto il limite dei 30 km/h sul 70% delle strade cittadine. La misura, fortemente voluta dalla giunta Lepore, ha innescato un'aspra polemica col ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini e ha creato discussioni che hanno portato il tema fin sulle pagine del New York Times.
Bologna, il calo degli incidenti
Rispetto allo stesso periodo del 2023 la diminuzione è del 15,8%% e riguarda in particolare gli incidenti gravi e che vedono coinvolti i pedoni, calati del 25,6%.
Il trend
«I numeri rilevati dalla Polizia locale in queste prime quattro settimane - è il commento dell'assessora Valentina Orioli - ci confermano che il trend continua ad essere positivo. Quello che appare chiaro è il calo degli incidenti più gravi e il calo delle persone ferite, che è più rilevante di quello di incidenti con feriti, a conferma del fatto che gli incidenti sono tendenzialmente meno gravi». Altro aspetto da sottolineare «è la diminuzione di pedoni coinvolti, come del resto si è già verificato in tutte le città europee che hanno adottato questo provvedimento prima di noi. Per questo è importante continuare a rispettare i limiti e mantenere alta la guardia».
La polemica
Non si placa però la diatriba col Mit. Negli ultimi giorni il ministero, che dopo la misura del Comune di Bologna aveva fatto una direttiva con alcune prescrizioni, aveva scritto all'amministrazione chiedendo aggiornamenti. E Lepore ha risposto dicendo che si attende sul punto una comunicazione dell'Anci. Giusto ieri Salvini, al question time in Senato, ha insistito: «Una direttiva fatta nell'interesse pubblico, collettivo e nazionale che arriva dal ministero può e deve essere applicata perché altrimenti il codice della strada interverrà laddove non ritenga di intervenire il sindaco».