Lazio-Livorno, in campo anche la paura
Petko: «La mia ultima panchina? Forse»

Lazio-Livorno, in campo anche la paura Petko: «La mia ultima panchina? Forse»
di Gabriele De Bari
3 Minuti di Lettura
Sabato 14 Dicembre 2013, 22:09 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 12:18
Nemmeno la pi pessimista delle Cassandre avrebbe potuto immaginare, dopo 15 giornate, di vedere la Lazio in una posizione di classifica cos malinconica e preoccupante. E di dover affrontare il Livorno alla stregua di un match decisivo, in grado di cambiare gli equilibri del campionato biancoceleste. E’ il momento peggiore, e più delicato della gestione Petkovic, una situazione imbarazzante che mette i brividi. La tifoseria è delusa e mortificata, l’atmosfera tesa, la contestazione monta alla vigilia di una partita che vede crescere anche la pressione attorno alla squadra. La Lazio, infatti, ha tutto da perdere e soltanto un successo potrebbe restituirle un pizzico di serenità. Un successo che, alla luce del calendario, diventa indispensabile per respirare. Lanciando una sguardo al mese di gennaio, infatti, si vede come la Lazio, dopo il Livorno, sarà impegnata 3 volte in trasferta (Verona, Bologna, Udinese) e 2 in casa, contro Inter e Juventus. Volendo usare un eufemismo, si potrebbe dire che il cammino è in salita.



RITROVARE LO SPIRITO

Per Vladimir Petkovic, traghettatore di se stesso, potrebbe essere l’ultima volta sulla panchina. «Esiste pure questa possibilità, sono pronto ad accettarla perché fa parte del calcio. Però, a prescindere da quello che potrebbe succedere, io lavoro sempre come se avessi ancora dieci anni davanti, convinto della forza di questo gruppo». Che però continua a deludere: sia come qualità di manovra, che come personalità di collettivo. Una sola vittoria negli ultimi 10 turni, difficoltà nel segnare, difesa fragile e contraddizioni interne sui ruoli e sulla gestione dei calciatori. Non ci sono certezze ma tanta confusione, anche generata dai troppi cambi che il tecnico effettua in ogni gara. Contro il Livorno, più che le situazioni di gioco, conterà soprattutto ritrovare quello spirito di squadra che spesso è venuto meno. Fare quadrato, dimenticando le polemiche, con l’obiettivo preciso di uscire dal tunnel che comincia a mettere paura a tutti.

FORZA MENTALE

La società si è ostinata a confermare Petkovic, nonostante i risultati siano stati molto deludenti e nonostante la situazione fosse da tempo fuori controllo, per una serie di errori commessi e ripetuti. La Lazio dovrà attendersi un Livorno chiuso, galvanizzato dalla buona prova contro il Milan, che lotterà per strappare il pareggio. Perciò dovrà evidenziare pazienza, determinazione e coraggio. E soprattutto forza mentale, al cospetto di un avversario che non farà concessioni e venderà caro il pane dei poveri. Il tecnico bosniaco predica concretezza e voglia di vincere. Sono parole che ripete ogni vigilia però, a questo punto, servono i fatti. «C’è tanta pressione su di noi, dobbiamo essere pronti a combatterla. Per invertire la tendenza e far crescere la nostra consapevolezza, ci vogliono due-tre scosse». Cominci con la prima.



Il presidente, Claudio Lotito, uscito alquanto arrabbiato da una riunione sullo stadio, tenutasi al Coni, dopo aver sbagliato mercato, ha continuato sbagliando la gestione delle difficoltà, Petkovic ha tantissime colpe ma anche i calciatori non possono esimersi dall’assumersi responsabilità. In campo vanno loro e devono tirar fuori il meglio, per superare la crisi nella quale hanno portato la squadra. Recentemente sono apparsi sfiduciati e tristi, ora è il momento di guardarsi negli occhi e di dare l’anima. Petkovic mandi in campo la formazione in grado di offrire le maggiori garanzie fisiche, provi a cambiare poco. E consegni a Klose le chiavi di una squadra spenta, che ha bisogno dei suoi gol e del suo temperamento per non smarrirsi. C’è in ballo non soltanto il futuro della Lazio ma anche il presente, perché il calendario è complicato e bisognerà esorcizzarlo sfruttando questa occasione. Poi ci sarà tempo per voltare pagina e ripartire con più serenità. Ma tutto ruoterà attorno al risultato odierno, che dovrà scacciare quei fantasmi che da tempo allignano sugli spalti dell’Olimpico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA