Expo, Cantone: «Voglio poteri speciali». Scontro con Grasso sulla corruzione: «Ddl inutile»

Raffaele Cantone
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Sabato 17 Maggio 2014, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 09:07
​Una polemica durata qualche ora, poi smussata, ma non del tutto superata, quella di ieri tra il neo presidente dell'Autorit Anticorruzione Raffaele Cantone e il presidente del Senato Pietro Grasso.

Due magistrati, due simboli della lotta alla mafia e alla corruzione, che però proprio sulla norma all'esame del Parlamento per inasprire il contrasto a questi fenomeni criminali trovano un terreno di scontro. Per lo meno apparente. A fare da detonatore, alcune dichiarazioni rilasciate da Cantone a Napoli, durante un incontro alla facoltà di Giurisprudenza.



«Quello che sta accadendo in Parlamento - sono le parole riportate - è un fatto gravissimo, si prova a legiferare sull'onda dell'emergenza su una materia sulla quale invece bisognerebbe riuscire a trovare il giusto equilibrio. Avremo l'ennesima legge spot, che però non avrà nessuna efficacia sul piano concreto». Una bocciatura. Al centro della dichiarazione, il ddl anticorruzione all'esame del Senato. Per sintetizzare, ddl Grasso, primo firmatario. Anche se in realtà Grasso aveva presentato il suo testo circa un anno fa, «nel mio unico giorno da senatore», ribatte lui stesso, una «proposta originaria completamente diversa» dal testo base adottato l'altro ieri dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama e messo a punto del relatore Nico D'Ascola (Ncd). Ma non basta. A stretto giro è lo stesso Cantone a mettere i puntini sulle «i» e a precisare di non aver «mai definito "gravissimo" il ddl Grasso».



Semmai, ha rilevato che «le norme si occupano del solo aspetto repressivo e non di quello della prevenzione» e ha espresso «critiche sulla formulazione del falso in bilancio e dell'autoriciclaggio». Cantone corregge anche l'interpretazione data ad altra sua frase: «Non ho intenzione di fare gite milanesi, l'Autorità ha un senso se ci danno strumenti di controllo ad hoc». E specifica che la prima parte era una battuta, mentre è vero che «l'autorità può essere coinvolta solo sulla base di una norma, ancora da scrivere, che le attribuisca specifici poteri». Certo, l'effetto sasso nello stagno dato dalle prime affermazioni messe in circolo, resta. Un assist a Cantone è arrivato dal commissario di Expo, Giuseppe Sala: «Sto aspettando che sia messo nelle condizioni di lavorare: Cantone sta chiedendo correttamente di specificare come può agire da un punto di vista normativo».



Dal Pd interviene Francesco Boccia: «Le frasi di Cantone sono dure ma è difficile dargli torto. È necessario che gli siano affidati poteri speciali e di coordinamento». Proprio con l'inchiesta milanese sull'Expo, del resto, l'emergenza corruzione è riesplosa. Da qui anche l'urgenza impressa sul piano normativo. Il ddl anticorruzione all'esame del Senato prevede misure su corruzione, concussione, riciclaggio, introduce il reato di autoriciclaggio, ma solo in presenza di un danno alla libera concorrenza e all'andamento dei mercati; e ripristina il falso in bilancio con pene da 1 a 4 anni, escludendo così sia misure cautelari in carcere che uso di intercettazioni. Al testo è stata data una spinta quando tre giorni fa, raccogliendo un'istanza dei Cinque Stelle, è stato calendarizzato per l'Aula per il 27 maggio. Contemporaneamente resta in attesa un ddl del governo, a firma Giustizia-Interni, che inasprisce le pene per l'associazione mafiosa, rafforza i meccanismi di confisca dei beni alle mafie e introduce anch'esso l'autoriciclaggio punendo con pene fino a 6 anni chi «avendo commesso il reato, sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità, provenienti da delitto non colposo, per finalità imprenditoriali o finanziarie». Il provvedimento è da tempo a palazzo Chigi in attesa di andare in Cdm. Due testi diversi sulla stessa materia, che forse avrebbero dovuto e potuto dialogare meglio.
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