Arnoldo Foà, il ricordo di amici e colleghi

Arnoldo Foà, il ricordo di amici e colleghi
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Sabato 11 Gennaio 2014, 19:38 - Ultimo aggiornamento: 21:39
Tante le reazioni da esponenti del mondo dello spettacolo e del mondo politico per l morte di Arnoldo Fo.

Giorgio Napolitano «Con Arnoldo Foà scompare una figura esemplare di artista, di interprete della poesia e del teatro, animato da straordinaria passione civile e capace di trasmettere emozioni e ideali al pubblico più vasto. Desidero rendere omaggio alla sua lunga fatica, al suo forte senso di attaccamento ai valori democratici della nostra Repubblica, e ricordare con animo commosso le molteplici occasioni di incontro e di profonda sintonia che mi hanno legato a lui». Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una dichiarazione diffusa dall'ufficio stampa del Quirinale.



Maurizio Costanzo «Quella voce inconfondibile, quel sorriso sornione e disarmante, le sue battute finte ruvide, quel modo di muoversi sul palco che era il suo elemento naturale: di Arnoldo Foà ho mille ricordi, aneddoti che mi è quasi impossibile scindere uno dall'altro». Maurizio Costanzo, raggiunto dall'ANSA, non riesce a trattenere l'emozione per la scomparsa di Arnoldo Foà, «anche se non lo vedevo da un pò, l'ultima volta mi sembra che fu per i suoi 95 anni alla Casa del Cinema. Ho avuto l'onore di averlo come protagonista e regista di una commedia scritta da me, "Vuoti a rendere" al Teatro Valle di Roma», ricorda Costanzo. «Foà - sottolinea Costanzo - ha attraversato non solo il '900, ma anche il nuovo millennio da vero protagonista della cultura, del teatro, del cinema della radio e della tv, scrittore, scultore difensore dei diritti civili. È stato tante volte anche mio ospite al Maurizio Costanzo show, quante risate... L'ho visto l'ultima volta quando abbiamo festeggiato i suoi 95 anni: anche lì, quante battute!».



Piera degli Esposti «Era ancora un attore di voce che contava molto su questa sua caratteristica. E poi era un uomo che sembrava non dover morire mai, essere fatto di una sostanza immortale». Così l'attrice Piera degli Esposti ricorda Arnaldo Foà, con cui ha condiviso alcuni reading. «Certo il suo teatro era molto lontano dal mio, era un teatro classico, un teatro che rispettava la lingua italiana al contrario di quello che accade oggi. Spero solo se ne sia andato senza soffrire, guerrescamente come era lui», conclude.



Daniela Poggi «Per me Arnoldo Foà è stato un maestro straordinario», dice Daniela Poggi, che con l'attore scomparso oggi ha condiviso l'esperienza dell' "Angelo azzurro", ormai trent'anni fa, nel 1983. «Ero giovane e per me è stato un indimenticabile compagno d'avventura. Adorava insegnare e non ha mai fatto il primo attore. Era anche un uomo affascinato dalle donne, aveva sempre una parola bella, piacevole e cordiale». «Da allora - ricorda ancora Daniela Poggi - è stata sempre una gioia rivedersi: un pò di anni fa avevamo anche pensato di tornare a fare qualcosa insieme, poi l'ipotesi cadde, anche se ogni volta finivamo per ripromettercelo. Aveva i suoi momenti burberi, come diceva lui, ma era sempre sorridente. Oltre alla voce straordinaria e alle interpretazioni eccellenti, non posso non ricordare che era un uomo di mondo, che sapeva vivere e sapeva stare insieme al resto del mondo. E poi era un uomo di una cultura straordinaria, capace di proporsi in ogni contesto: parlare e confrontarsi con lui, su tutto, era sempre una grande gioia».



Moni Ovadia «Come Don Chisciotte. Se devo scegliere uno dei suoi tantissimi lavori, è così che ricordo Arnoldo, per quella sua forza di essere interprete e insieme anche se stesso. E sicuramente gli sarebbe piaciuto molto». Così il regista Moni Ovadia ricorda Arnoldo Foà, cui era legato, oltre che dalle comuni origini ebraiche e dall'amore per il teatro, anche da un affetto e stima reciproca che i due si rilanciavano anche distanza anche attraverso Facebook (una grande foto di Foà da questa sera campeggia sul profilo della pagina ufficiale di Ovadia). «La nostra - racconta il regista all'ANSA dalla sua casa a Milano - è stata un'amicizia da "grandi", iniziata quando lui tornò in Italia. Aveva 80 anni e la forza di uno di 50. Per una persona come me, con 30 anni di meno di lui, sembra impossibile parlarne ora al passato. Arnoldo sembrava eterno». Tanti i ricordi che tornano alla mente scorrendo ora la lunghissima lista di titoli che lo hanno visto protagonista. «Era un personaggio assoluto - prosegue Ovadia - Il teatro, il cinema, la televisione, li ha 'incisì con quel suo grugno e quella sua voce. Lui era molto più di un attore, perchè sapeva essere interprete e se stesso contemporaneamente, andava al di là del ruolo. Faceva parte di quelle persone capaci di diventare icone, ma mantenendo un'ironia e autoironia, a volte cattivissime, che lo accompagnavano anche nella vita. Aveva poi una rarissima capacità antiretorica di recitare, era naturalmente epico. Brecht lo avrebbe amato molto». Tanti anche i ricordi personali tra i due. «Anche prima di conoscerlo lo avevo visto in mille film e altrettanti spettacoli - spiega Ovadia - Ero cresciuto con lui e per me era già come un parente, un amico, un maestro. Me lo ricordo quando veniva a vedere i miei spettacoli. Lui, con quella voce così straordinaria, io con la mia, rauca, soffiata, un pò "fessa". Una volta, dopo "Joss Rakover si rivolge a Dio", in cui un partigiano ebreo ortodosso del ghetto di Varsavia si rivolge direttamente a Dio, arrivò spalancando la porta del mio camerino e mi disse: "Che voce di merda che hai ragazzo! Ma come fai? Se lo facessi io questo testo, verrebbe da ridere". Era il suo modo paradossale per dirmi che gli ero piaciuto. Era fatto così». In tanti anni, però, in una sola occasione i due sono riusciti a lavorare insieme. «Fu in "L'uomo che fermò Hitler", uno sceneggiato radiofonico, sul salvataggio degli ebrei bulgari dalla deportazione nazista - ricorda ancora Ovadia -. Prestava la voce a Dimithar Peshev, il vicepresidente del Parlamento bulgaro. Ma per me Arnoldo è stato un esempio non solo in scena, ma anche nella vita. Ripenso quando tornò in Italia a 80 anni. Torno "gagliardo" perchè doveva lavorare e lo diceva apertamente. Faceva 4-5 cose insieme: semplicemente si mise a disposizione della vita e del lavoro. Una vera lezione di come si fa, se il buon Dio ti assiste. E poi trovò una meravigliosa compagna, Annamaria. Vederli insieme era una gioia e di colpo spazzava via ogni retorica sulle differenze di età».



Ignazio Marino «Oggi, con la scomparsa di Arnoldo Foà tutti noi siamo più poveri. Foà ha saputo interpretare la storia contemporanea del nostro paese. Un attore immenso capace di entrare nell'immaginario collettivo di tutti noi. Un uomo coerente, coraggioso e dai grandi valori, che si è schierato a fianco della libertà negli anni più bui della nostra nazione. I suoi personaggi portati in scena in teatro, alla radio e in televisione hanno arricchito culturalmente e divertito generazioni di italiani. Arnoldo Foà aveva il carisma dei grandi personaggi e l'umiltà dei semplici, a lui l'Italia e Roma saranno sempre riconoscenti». Così in una nota il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ricorda Foà.



Gianni Alemanno «Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Arnoldo Foà, straordinario attore teatrale e indimenticabile protagonista della televisione e della radio italiana. Alla famiglia rivolgo le mie più sentite condoglianze». Lo dichiara, in una nota, Gianni Alemanno.



Nicola Zingaretti «Siamo tristi e addolorati per la morte di Arnoldo Foà. Scompare un uomo dalla grandissima energia, uno straordinario intellettuale che con la sua arte e passione civile ha saputo dare per decenni lustro all'Italia intera. Lo ricorderemo per sempre, così come per sempre rimarranno vive le sue opere e le sue interpretazioni. Ai familiari e ai tantissimi che gli volevano bene voglio esprimere le più sentite e vive condoglianze da parte dell'Amministrazione regionale». Lo afferma in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.



Massimo Bray Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Bray, ricorda Arnoldo Foà, come «protagonista della vita culturale italiana del 900», capace di riassumere «in sè molteplici doti artistiche esprimendosi sempre con grande sensibilità. Sono vicino alla famiglia - conclude Bray - in questo momento di dolore».



Laura Pausini «Addio ad Arnoldo Foà... ho avuto l'onore di conoscerlo e di emozionarmi ma anche di divertirmi molto con il suo sottile sarcasmo. Un grande! Buon Viaggio, Laura». Così Laura Pausini omaggia, su Twitter e Facebook, l'artista di origine emiliana.
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