Omicidio Yirelis, stop al processo: dubbi sul rito abbreviato. Caso alla Corte costituzionale

Disposta la perizia psichiatrica nei confronti del presunto assassino

Omicidio Yirelis, stop al processo: dubbi sul rito abbreviato. Caso alla Corte costituzionale
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 13 Aprile 2024, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 15:02

Rito abbreviato negato a Sandro Di Carlo 27enne di Cassino presunto assassino di Yirelis, la 34enne uccisa con quattro coltellate in un appartamento del centro di Cassino, il caso finisce davanti alla Corte costituzionale. Stop al processo fino al pronunciamento della decisione dei “giudici delle leggi”. A sollevare la questione di legittimità della norma che regola il rito alternativo, che vieta l’accesso per chi è accusato di omicidio aggravato, è stata la Corte d’assise di Cassino, presieduta dal giudice Claudio Marcopido.

La corte costituzionale, dunque, dovrà valutare se la norma, l’articolo 438 comma 1 bis del codice di procedura penale, afferente, come accennato, l'ammissibilità del giudizio abbreviato per i reati puniti con la pena dell'ergastolo, viola o meno gli articoli 3, 27 e 111 della Costituzione.

L’ordinanza è stata trasmessa anche al Parlamento e alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Disposta, ma non è collegato alla stop del processo, anche la perizia psichiatrica per l’imputato.

La corte d'assise, in questo caso, ha accolto la richiesta della difesa (rappresentata dagli avvocati Sandro Salera, Vittorio Salera e Antony Iafrate che ieri ha sostituito l'avvocato Alfredo Germani) e, di conseguenza, ha ritento opportuno effettuare nuova perizia sulla condizioni fisiche e psichiche dell'imputato Sandro Di Carlo, ed ha dato incarico ad un specialista il dottor Rosario Persico, iscritto all’albo dei periti del distretto corte d'appello di Napoli.

I QUESITI

All'udienza di ieri il presidente della Corte ha illustrato al dottor Persico i quesiti ai quali dovrà rispondere, vale a dire: tramite visita diretta all’imputato e documentazione medica, se “l'imputato al momento del fatto era capace d’intendere e di volere, e, nel caso, affermativo, il grado d’incapacità”.

Altra valutazione sarà incentrata sul rischio di “pericolosità sociale, in caso affermativo l'intensità terapeutica e la misura cautelare più idonea”. Lunedì 22 aprile inizieranno le operazioni peritali nel carcere di Regina Coeli, alle quali parteciperanno anche i consulenti di parte, già nominati.

LA PROCEDURA

Ma la questione, tutta di diritto, sulla legittimità costituzionale relativa al diniego all'imputato di essere giudicato con il rito abbreviato, anche in presenza di un'aggravate che prevede l'ergastolo, si è intrecciata, almeno sul piano formale, con la perizia. Il presidente Marcopido, infatti, nel comunicare lo stop al processo ha fatto salve le questioni urgenti, richiamando tra esse la discussione relativa alla perizia, perchè dalle conclusioni dipende anche la misura cautelare. Il tempo concesso al professionista incaricato è di 70 giorni a partire dal 22 aprile, per cui è stata fissata l’udienza del 5 luglio.

LA RICOSTRUZIONE

Il delitto della 34enne risale al 28 maggio 2023 in un appartamento al civico 104 di via Pascoli. Sandro Di Carlo 26enne del posto venne arrestato 36 ore dopo il ritrovamento del corpo, procura e la squadra mobile gli contestano di aver sferrare quattro coltellate alla donna (quella fatale al polmone) e di averla lasciata morire in una pozza di sangue. L'accusa, formulata dal pubblico ministero Alfredo Mattei, per lui è di omicidio volontario aggravato, ma ha sempre negato ogni responsabilità. Più volte tramite i suoi legali si è difeso sostenendo di essere andato in quell'appartamento quando la donna era già morta. La famiglia della vittima è parte civile, tramite l’avvocato Marco Rossini, l'avvocato Antonella Liberatori rappresenta, invece, l'associazione “Insieme a Marianna”.

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