LA POLEMICA
Sarà l’avvocato-senatore Scalia a rappresentare il Comune di Alvito davanti al tribunale amministrativo del Lazio. Ricorso presentato contro il Mibact, il segretariato regionale dello stesso ministero, la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio e la Regione Lazio, citando come controinteressato il Comitato cittadino. «Si delinea - scrive il Comitato in una nota - uno scenario per cui: un’Amministrazione, con consenso di quota parte della cittadinanza, porta avanti un ricorso oneroso (17.739,21 euro, spesa ingente per un comune che, come tutte le piccole realtà, è in bilico nei suoi equilibri di bilancio) contro le istituzioni ministeriali e regionali; un Comitato cittadino e una forza di opposizione che reputano gli atti di tutela e salvaguardia paesaggistico-ambientale come un’occasione per la valorizzazione del proprio territorio, come un vero e proprio slancio per un cambiamento di rotta, altro dalle logiche degli ultimi decenni». Poi si mostra polemico con Scalia, «il quale - aggiunge il Comitato - impugnerà un’azione contro un ministro della sua stessa forza politica e del governo che rappresenta, in opposizione a un’azione di un deputato del suo partito (Realacci), ma soprattutto essendo esso stesso primo firmatario del disegno di legge “Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo”, che fonda sulla salvaguardia del territorio non urbanizzato i suoi presupposti». Il senatore replica così: «Innanzitutto la mia parcella è di 10mila euro lordi e 5mila netti. Poi il vincolo sull’area è stato apposto per impedire un’opera su cui ci sono già tutte le approvazioni e autorizzazioni e che potrebbe essere già appaltata. Il Piano territoriale paesaggistico della Regione, d’intesa con la Soprintendenza, prevede già in quell’area servizi e una serie di destinazioni, poi è arrivato il vincolo di un’intera piana, su circa 750 ettari. Un colpo per le industrie e le attività produttive. Un conto è ragionare su come si potrebbe fare l’opera, un altro è un provvedimento, quello del vincolo, assolutamente sproporzionato, che andrebbe riconsiderato». Poi aggiunge: «Il mio impegno politico e la mia professione di avvocato? Che c’entra, sono due ruoli diversi. Per fortuna faccio l’avvocato e non vivo di politica. Ma non si può usare l’argomento della politica per toccare il piano professionale»
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