Dai comizi del Pci al discorso per la pace nel 70esimo della distruzione di Cassino, il segno del presidente Napolitano

L'impegno politico negli anni Settanta e la visita da Capo di Stato nella Città Martire nel marzo del 2014

Giorgio Napolitano negli anni Settanta durante un comizio del Poi a Frosinone
di Marina Testa
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Domenica 24 Settembre 2023, 15:54

Era il 15 marzo 2014. Cassino celebrava il 70 esimo anniversario della distruzione della città. Giorgio Napolitano, rieletto per la seconda volta Capo dello Stato, non volle mancare. Il presidente della Repubblica partecipò alla cerimonia, che ogni anno riceve la massima attenzione da parte delle autorità e dei cittadini, in maniera convinta mostrando tutto il suo animo europeista.

Quella di Cassino è stata la visita più intensa e autorevole di Napolitano in provincia di Frosinone. All'epoca aveva 89 anni. Anche il portale storico della Presidenza della Repubblica ricorda quell'evento mostrando il cerimoniale, il discorso, le immagini e anche il video del suo intervento a Cassino.

LA VISITA

Arrivò al mattino in piazza Alcide De Gasperi dove venne accolto dal Ministro della Difesa Roberta Pinotti, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Luigi Binelli Mantelli, dal sindaco in carica della città martire, Giuseppe Golini Petrarcone. Presenti tutte le massime autorità militari, di governo, religiose e civili della provincia di Frosinone. Ma anche gli ambasciatori delle nazioni che presero parte alla battaglia decisiva del secondo conflitto mondiale e ai sindaci del martirologio. Una preghiera commemorativa per i caduti di tutte le guerre venne letta dall'amministratore apostolico dell'Abbazia di Montecassino, Dom Augusto Ricci.

«Dopo la cerimonia ricorda Francesco Carlino attualmente vice sindaco di Cassino che nel 2014 ricopriva la carica di presidente del consiglio comunale - accogliemmo il presidente Napolitano nel palazzo comunale dove avevamo preparato una saletta riservata. Un breve e più ristretto incontro con le autorità e poi il saluto istituzionale, affidato proprio alla mia persona, nella sala consiliare con tutti gli assessori e i consiglieri. Ne fui onorato ed emozionato. In quell'occasione, ebbi l'occasione di cogliere anche l'aspetto umano di Napolitano, dall'atteggiamento sempre umile e mai superbo, quasi come un nonno di famiglia».

La tappa successiva di quella giornata fu il cimitero militare polacco dove venne accolto dall'ambasciatore della Repubblica di Polonia. E poi l'Abbazia di Montecassino gli aprì le porte.

L'APPELLO

Il suo intervento volle essere "un omaggio allo straordinario tributo di fatica, di eroismo, di sangue, di quanti nei mesi del 1944 combatterono in questo durissimo teatro di guerra per la liberazione d'Italia e d'Europa" disse ricordando la ferocia delle quattro battaglie e ricordando il bombardamento della città e dell'Abbazia di Montecassino. Nelle azioni per superare la linea Gustav citò l'apporto straordinario del corpo d'armata polacco del generale Anders.
Il passaggio sull'Europa fu di grande respiro politico e anticipò ciò che sarebbe esploso sullo scenario mondiale, la guerra in Ucraina. Affrontò i conflitti nell'area dell'ex Jugoslavia, della Siria e invocò il dialogo al fine di «disinnescare i pericoli insiti in una contrapposizione o sfida minacciosa sullo status dell'Ucraina, di cui vanno garantite l'indipendenza e l'evoluzione democratica, in un costruttivo rapporto sia con l'Unione Europea sia con la Federazione Russa». Da Cassino quindi lanciò un nuovo appello alla pace, alla giustizia e alla coesione sociale.

NEGLI ANNI SETTANTA

Napolitano visitò Cassino anche in qualità di presidente della Camera dei Deputati e frequentò la Ciociaria anche durante il suo lungo impegno politico, in particolare per un importante comizio a Frosinone in Largo Turriziani come ricorda il già eurodeputato Francesco De Angelis.

«Era il 5 novembre 1977 aggiunge l'ex sindaco di Ceccano Angelino Loffredi all'epoca consigliere provinciale a Frosinone si svolse un'imponente manifestazione per l'applicazione della legge sull'occupazione giovanile.

L'iniziativa venne organizzata dal Pci e dalla Fcgi e si sviluppò in un corteo lungo le strade del capoluogo culminato con un comizio al quale partecipò anche l'onorevole Giorgio Napolitano in rappresentanza della segreteria nazionale del partito».

«Una grande battaglia unitaria della gioventù e del movimento operaio» si legge sul manifesto fotografato da Germano Grossi insieme ai momenti più significativi del corteo in cui spicca la figura di Napolitano.
 

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