Omaggio a Luigi Mastrogiacomo, martire ceccanese delle Fosse Ardeatine

Sabato scorso nella sala parrocchiale di Santa Maria a Fiume l'iniziativa con la presentazione del libro “Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine”,di Mario Avagliano e Marco Palmieri. Ospiti i familiari del ceccanese morto nell'eccidio del 24 marzo 1944

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Martedì 23 Aprile 2024, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 10:43

Samantha Mastrogiacomo è una bella donna dagli occhi scuri, profondi. È nata e vive a Roma da sempre ma il suo cognome la lega in maniera importante alla città di Ceccano, dove era nato suo nonno, Luigi Mastrogiacomo, martire delle Fosse Ardeatine.

Sabato scorso, nella sala parrocchiale di Santa Maria a Fiume, Samantha ha partecipato alla presentazione del libro “Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine”, scritto a quattro mani da Mario Avagliano e Marco Palmieri. Tanti ceccanesi hanno avuto, così, l’occasione di conoscere Samantha, la nipote di Luigi Mastrogiacomo, martire ceccanese del terribile eccidio che avvenne a Roma il 24 marzo del 1944, i due figli della donna, di 16 e 11 anni, sua mamma e il suo compagno.

Sono stata e siamo stati accolti con tanto affetto e gratitudine - ci spiega Samantha - dopo aver accettato felici l’invito dell’architetto Luigi Compagnoni di venire a Ceccano. Porto sempre i miei figli alle commemorazioni delle Fosse Ardeatine e nelle iniziative che ci permettono di ricostruire il legame con mio nonno. Lo sentiamo tra noi sempre, nonostante io l’abbia conosciuto, come del resto anche mio padre, solo tramite racconti, soprattutto i pochi di mia nonna Marianna”. È della mamma di Samantha, la nuora del martire, un ricordo speciale: “Quando è nato l'altro mio figlio la scelta del nome non poteva che essere Luigi, perché era giusto mantenere viva anche così la figura importante di mio suocero”.

Insieme alla presentazione del libro con la partecipazione di Mario Avagliano, la città fabraterna ha voluto riprendere con Samantha e con la famiglia Mastrogiacomo un discorso interrotto il giorno dell’intitolazione del plesso scolastico di via Matteotti, negli anni ’80, e lo ha fatto in un’iniziativa pubblica promossa dall’architetto Compagnoni, con l’associazione IndieGesta, il parroco don Sebastiano, la Pro loco, la Rete delle Associazioni, patrocinata dall’Anpi di Ceccano, il Comune di Ceccano e la Provincia di Frosinone.

Ascoltare il racconto emozionato della vicenda di mio nonno – ha detto Samantha -, dei suoi rapporti con l’organizzazione antifascista e la descrizione della sua figura all’interno di una lotta partigiana per la cacciata dei nazifascisti da Roma, mi ha regalato spunti importanti e personali. Un approfondimento che mi ha permesso di fare un po’ di ordine sulla vita di mio nonno che ancora non sapevo”.

Nel libro di Avagliano e Palmieri il ruolo di Luigi Mastrogiacomo è spiegato e ricostruito dai documenti come custode della barca sul Tevere dove c’erano gli apparecchi per le telecomunicazioni di Radio Vittoria. In famiglia ne parlavate?

“I ricordi sono pochi, purtroppo. Mio papà aveva appena due anni quando nonno è morto e le sue sorelle più grandi ne parlavano pochissimo e, come mia nonna, negavano assolutamente qualsiasi legame con associazioni partigiane. Anzi lo descrivevano estraneo a qualsiasi tipo di lotta politica e non ne parlavano quasi mai. La sofferenza di mia nonna, purtroppo, era davvero troppa. Mio papà, però, è quello che ha raccolto le testimonianze ed è lui che mi ha raccontato dell’arresto e della radio che nonno teneva sul barcone. E poi della terribile morte".

Sua nonna non ne ha mai parlato?

La mia famiglia è stata sempre divisa tra chi negava e chi, invece, era convinto della partecipazione attiva di mio nonno. Una situazione che probabilmente mio nonno stesso ha contribuito a costruire per tutelare nel miglior modo la sua famiglia. Coinvolgendo sua moglie o i suoi figli li avrebbe, inevitabilmente, esposti a dei rischi.

Mia nonna raccontava solamente di quando è stato portato via da casa e arrestato. E poi di quando fu chiamata a fare il riconoscimento della salma. Un momento straziante: il corpo era così martoriato che, poverina, lei riuscì a identificare mio nonno solo attraverso gli abiti che indossava”.

Lei ha frequentato Ceccano insieme alla sua famiglia?

Di Ceccano ricordo poco perché gradualmente anche mio padre ha iniziato a frequentarla meno spesso, ma ho un ricordo di una mia zia che si chiamava Luiggetta e che abitava un po’ fuori il centro cittadino. La nominiamo ancora oggi perché era una persona dolcissima”.

Come è stata accolta sabato scorso?

“Sono arrivata e subito ho avuto il piacere di conoscere l’architetto Luigi Compagnoni che avevo sentito solo telefonicamente. Subito dopo il sindaco Caligiore e gli organizzatori dell’evento e poi è stato molto bello conoscere un cugino di mio padre, Giuseppe Compagnoni, che mia madre ha riconosciuto ed ha avuto modo di scambiare con lui dei bei ricordi legati a diversi parenti”.

Al momento dei saluti è nata una proposta che lei ha accettato con commozione negli occhi, vero?

Si è trattato di una proposta di cui sono onorata e contenta. Un invito a poter partecipare a delle giornate da organizzare nel plesso scolastico intitolato a mio nonno per spiegare agli alunni chi era Luigi Mastrogiacomo. Probabilmente molti non sanno chi sia stato, cosa ha fatto e soprattutto il prezzo che ha pagato per dare la libertà di cui tutti godiamo. Mi sembra un’iniziativa lodevole che dimostra tutto l’affetto che i ceccanesi hanno nei confronti di mio nonno e devo dire che questa cosa mi ha molto emozionato. Sono stata sempre legata alla figura di mio nonno e grazie a mio padre continuo con orgoglio a portare avanti la sua memoria”.

Tornerà presto, quindi, a Ceccano?

Sono stata felice e ringrazio tutti per la bella accoglienza. Di certo sarà un onore per me partecipare alle future iniziative che Ceccano vorrà dedicare a mio nonno”. (M.Laura Lauretti)

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