Frosinone, in Provincia visita del generale che ha catturato il boss Messina Denaro

Frosinone, in Provincia visita del generale che ha catturato il boss Messina Denaro
di Stefano De Angelis
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Martedì 7 Marzo 2023, 19:20 - Ultimo aggiornamento: 22:20

Una visita dal sapore non soltanto istituzionale, ma anche per “rendere onore a un figlio illustre della nostra terra”. Sono stati questi i presupposti dell'incontro di oggi tra il presidente della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano, e il generale dei carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) Pasquale Angelosanto. L'alto ufficiale ha coordinato l'operazione antimafia che nel gennaio scorso ha portato all'arresto, a Palermo, del boss Matteo Messina Denaro. Era ricercato da trent'anni.

Originario del Cassinate, di Sant'Elia Fiumerapido, è stato proprio lui ad annunciare la cattura del superlatitante.

Angelosanto ha lasciato il paese a ridosso della città martire all'età di 19 anni.

Lo ha fatto per seguire la sua passione, per arruolarsi. Da lì è iniziata una brillante carriera nell'Arma, fino al prestigioso incarico di comandante del Ros. A Sant'Elia, dove il fratello è sindaco, ha trascorso l'infanzia e i primi anni di giovinezza. Poi la partenza dopo aver conseguito il diploma al liceo scientifico Pellecchia di Cassino.

Oggi il generale è tornato nella sua terra, in provincia di Frosinone. Nel primo pomeriggio ha varcato l'ingresso del palazzo dell'amministrazione provinciale di Frosinone per incontrare il presidente Di Stefano. Una visita programmata già alcune settimane fa. Prima i saluti di rito, poi un dialogo lontano dai riflettori nella stanza del presidente.

Di Stefano ha consegnato al generale una targa ricordo con un'incisione realizzata per la speciale occasione. “All'illustre figlio della nostra terra per l'impegno e l'abnegazione con cui, da sempre, si dedica alla difesa dello Stato e della legalità. Con gratitudine e stima” questa la frase impressa sul bronzo. 

Per ricambiare l'ufficiale ha omaggiato il presidente e sindaco di Sora dello stemma del Ros con la sua firma.

A ricevere Angelosanto c'erano anche le massime autorità civili e militari della Ciociaria: il prefetto Ernesto Liguori, il procuratore capo del capoluogo Antonio Rosario Guerriero, il vicequestore vicario Angelo Morabito, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, colonnelli Alfonso Pannone e Cosimo Tripoli (quest'ultimo accompagnato dal maggiore Diego Morelli) e il comandante della polizia provinciale, Pierfrancesco Vona. Per l’amministrazione provinciale erano presenti anche la vicepresidente Valentina Cambone e il direttore generale Alfio Montanaro. Per l'occasione c'era anche il sindaco di Sant’Elia Fiumerapido, Roberto Angelosanto.

«La ringrazio a nome di tutta la provincia di Frosinone per quello che ha fatto e per ciò che state facendo per tutti noi per riportare la legalità in questo splendido territorio - ha affermato Luca Di Stefano -. Per me che sono un presidente giovane è un grande onore avervi qui. Grazie di cuore perché abbiamo bisogno di persone come voi».

«La ringrazio per questa sua iniziativa - ha dichiarato il generale Angelosanto -. Ho accolto con grande favore il vostro invito perché vengo a casa mia, sono di Sant’Elia Fiumerapido».

Il generale, riferendosi all’arresto di Matteo Messina Denaro, ha tenuto a sottolineare: «Per il risultato che abbiamo ottenuto lo sforzo è stato corale. Come è corale in quelle terre, perché quando si ha a che fare con un nemico che fa sentire la sua presenza, allora gli apparati dello Stato sono portati a unirsi». Angelosanto ha poi spiegato come si articolano le organizzazioni mafiose parlando di «una struttura antagonista dello Stato» e sostenendo che «nel tempo l’azione di tutti ha consentito l’indebolimento di queste strutture».

«Alla fine siamo arrivati a Campobello di Mazara - ha concluso Angelosanto-. Il risultato finale lo abbiamo ottenuto noi come Arma e siamo soddisfatti, ma tengo a precisare che il lavoro è stato fatto da tutti».

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