Veroli, acqua bollente contro la madre, racconto choc: «Il mio inferno con un figlio violento»

Ormai la convivenza con quel ragazzo era diventata davvero impossibile, costretta a denunciare

Veroli, acqua bollente contro la madre, racconto choc: «Il mio inferno con un figlio violento»
di Marina Mingarelli
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Lunedì 11 Dicembre 2023, 08:00

Dopo la denuncia, la testimonianza in lacrime in tribunale. È il dramma di una madre di Veroli costretta a far processare il figlio violento per un uscire da un inferno che durava da dieci anni. La donna per lungo tempo aveva sopportato i maltrattamenti in silenzio, sperando che il figlio prima o poi si rendesse conto e la smettesse. Ma non è stato così, anzi. Col passare del tempo la situazione peggiorava sempre di più. Schiaffi, pugni, insulti. Fino a quando le cose non sono degenerate e la dona non se l'è vista davvero brutta.

L'AGGRESSIONE

Un giorno durante una lite, il trentenne in preda all'ira le aveva gettato addosso dell'acqua bollente causandole delle lesioni che avevano richiesto le cure dei medici del pronto soccorso. A causa di quelle ustioni era rimasta degente in ospedale per molti giorni. Ma era stato a quel punto che aveva deciso di dire basta e di denunciare quel figlio violento. Ormai la convivenza con quel ragazzo era diventata davvero impossibile. Era inconcepibile vivere sotto lo stesso tetto con una persona della quale si aveva paura perché dava in escandescenze per un nonnulla Lei povera donna voleva continuare a vivere senza temere di essere uccisa proprio da colui che aveva generato.
A conclusione delle indagini il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio e l'uomo è finito sotto processo per maltrattamenti in famiglia. Nei giorni scorsi sul banco dei testimoni è salita proprio la vittima.

LA TESTIMONIANZA

La donna, con le lacrime agli occhi, ha raccontato gli anni d'inferno e rivelando davanti al giudice del tribunale di Frosinone che già un'altra volta il figlio l'aveva mandata in ospedale perché durante una discussione le aveva lanciato addosso una statua di marmo causandole ferite per le quali era stato necessario il ricovero. L'uomo, difeso dall'avvocato Pietro Polidori, respinge le accuse. A suo dire non è vero nulla di quello che avrebbe riferito la madre in aula. Si torna in aula il prossimo febbraio. In questa data verranno ascoltati alcuni testi della difesa. Spetterà adesso all'avvocato Polidori smantellare tutto il castello accusatorio che è stato montato nei confronti del suo assistito.
 

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