Azienda di telefonia chiede ad una utente il pagamento delle fatture per un contratto inesistente, interviene L'Agcom.
I fatti risalgono al giugno dello scorso anno quando una commerciante di Castro dei Volsci riceve una fattura di pagamento per un'utenza con una compagnia telefonica che lei non aveva mai attivato. Ma il reclamo avverso questo contratto inesistente non aveva dato alcun esito. Anzi, la compagnia telefonica le aveva risposto che erano state effettuate le dovute verifiche e che non erano stati riscontrati elementi che consentissero di accogliere la sua richiesta.
La commerciante, che ribadiva di non aver mai firmato alcun contratto, aveva chiesto in seguito una copia di quel documento.
A quel punto l'associazione dei consumatori Aeci, presieduta dal responsabile Matteo Loffredi, alla quale si era rivolta la commerciante, ha chiesto lo storno delle fatture emesse e l'annullamento delle condizioni contrattuali, più un indennizzo di 500 euro per l'attivazione di un servizio non richiesto. A questo si era aggiunta la presentazione di una denuncia nella quale è stata chiesta la cessazione tempestiva di ogni offerta del numero in oggetto e soprattutto la copia del contratto che si trovava in possesso della società di telefonia al fine di sporgere denuncia di disconoscimento presso la stazione dei carabinieri.
A seguito di indagini effettuate da parte dell'associazione consumatori si è scoperto l'arcano. La signora in questione aveva precedentemente chiesto di poter attivare la linea con la società di telefonia che le chiedeva quasi duemila euro per delle fatture insolute. Il problema era stato che quella linea a causa di problemi logistici non era stata mai attivata e dunque la commerciante era stata costretta a migrare il contratto con altro gestore.
Avendo presentato richiesta di migrazione nei tempi stabiliti l'utente non avrebbe dovuto pagare nulla in quanto quella linea non era stata mai attivata. Per mettere fine a questo contenzioso ci ha dovuto pensare l'Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Ha deliberato di dover accogliere l'istanza della commerciante, predisponendo l'integrale storno delle somme insolute con la contestuale regolarizzazione della posizione amministrativa e contabile dell'utenza e ritiro della pratica di recupero crediti in esenzione spese e al pagamento della somma di 510 euro.
Ovviamente la donna potrà chiedere in sede giurisdizionale il risarcimento dell'eventuale danno.
Il presidente dell'associazione consumatori, Matteo Loffredi, ha voluto ringraziare sentitamente il maresciallo Massimo Aloi che si è occupato del caso, per la sua disponibilità a recepire tempestivamente la denuncia nonostante i problemi scaturiti dall'intera vicenda.