False accuse di violenze dalla compagna: assolto dopo otto anni

Protagonista un uomo di Sora. Ha perdonato la moglie: "Tutti possono sbagliare"

l'aula del tribunale di Cassino
di Roberta Pugliesi
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Mercoledì 3 Aprile 2024, 08:22

False accuse di maltrattamenti dalla compagna, rischia quattro anni di carcere, resta lontano dal figlio per un anno e mezzo ma viene assolto. Alla fine la perdona e riallaccia il rapporto. Non è la trama di un film d'amore ma quanto accaduto a Sora, al termine di una lunga vicenda giudiziaria che vede coinvolta una giovane coppia. Per il reato di maltrattamento l'uomo è stato assolto nel merito, per un altro reato, le lesioni è stata ritirata la querela. Ma procediamo con ordine. L'accusa aveva chiesto quattro anni e due mesi di reclusione per l'uomo. L'imputato, secondo l'accusa, aveva offeso ripetutamente, aggredendola di continuo, la compagna convivente madre di suo figlio (oggi 14enne), minacciandola per anni che «l'avrebbe uccisa, cacciata di casa, che non le avrebbe più fatto vedere il loro figlio e che avrebbe fatto di peggio se si fosse recata al pronto soccorso o lo avesse denunciato all'autorità giudiziaria».

LA RICOSTRUZIONE

Comportamenti che sarebbero iniziati nel 2016 ed andati avanti fino al 2022 e che all'uomo sono costati la misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento alla persona offesa. Secondo quanto si legge nella richiesta del pubblico ministero di giudizio immediato, «nel 2016 l'uomo le ha rotto una caviglia. Nel 2018 - ancora - la percuote reiteratamente picchiandola più volte alla presenza del figlio minore; nel 2021 la percuoteva nuovamente con schiaffi e pugni e nella medesima occasione arrivava a percuotere anche il figlio minore nel frattempo intervenuto per interrompere l'azione criminosa e che veniva colpito con un pugno ed uno schiaffo; nel 2022 dopo l'ennesima lite la malmenava nuovamente dapprima in strada poi nell'abitazione cagionando le lesioni personali con l'aggravante di aver commesso il fatto sempre la presenza del figlio minore». Lui aveva provato a spiegare agli inquirenti che lui quelle cose non le aveva fatte, anche perché nei giorni in cui era accusato di averle commesse era fuori per il suo lavoro di camionista. Sono trascorsi otto lunghissimi anni durante i quali l'uomo e la donna sono tornati sotto lo stesso tetto e nei giorni scorsi è arrivata anche la sentenza del giudice che mette nero su bianco che il fatto non sussiste. Da qui l'assoluzione. Nel frattempo la compagna ha pure rimesso la querela per il reato di lesioni.

I TESTIMONI

Le motivazioni non sono state ancora depositate ma, come ha spiegato l'avvocato Antonio Carugno, si è riusciti a dimostrare che l'imputato non aveva commesso atti di violenza nei confronti della compagna, tanto meno del figlio. A rafforzare queste ipotesi alcuni testimoni, tra cui il medico della donna che avrebbe spiegato l'indole della sua assistita a "ingigantire" i fatti. In questo caso a inventarli, data l'assenza di referti medici.
Forse qualcun altro si sarebbe comportato diversamente, avrebbe cercato vendetta una volta avuta giustizia, seppur in primo grado. Invece l'uomo ha perdonato la sua compagna, le è rimasto accanto rasserenandola e cercando di tenere in piedi la famiglia. «È stato un momento difficile, soprattutto da un punto di vista emotivo - ha dichiarato -. Lo abbiamo superato, anche per amore di nostro figlio ed abbiamo chiarito quello che è accaduto. Fondamentale è stato anche l'intervento dell'avvocato Carugno che mi ha affiancato in questo periodo. Non voglio puntare in alcun modo il dito contro nessuno tanto meno con chi oggi mi è vicino. Gli errori si possono commettere ma quello che è fondamentale è riuscire a ritrovare la serenità. Sotto il profilo giudiziario la vicenda, si auspica, sia conclusa anche se siamo solo in primo grado e quindi non mi sento di aggiungere altro. Tutti possono avere dei momenti di difficoltà, fragilità o debolezza. Il tempo, però è galantuomo ed oggi stiamo ritrovando la serenità per guardare al futuro con tranquillità e ottimismo».
 

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