Delitto Vassallo, nuove accuse per Cagnazzo: interrogato 11 ore

L'ufficiale è stato comandante provinciale dell'Arma a Frosinone dal 2017 al 2020

Il colonnello Fabio Cagnazzo
di Leandro Del Gaudio
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 07:14

Un interrogatorio fiume davanti ai pm che indagano sul delitto di Angelo Vassallo. Undici ore filate (tranne una breve pausa pranzo) per rispondere a domande sulla peggiore notte cilentana - quella del 5 settembre del 2010 -, in cui venne massacrato il sindaco di Acciaroli. Quattordici anni dopo il delitto, la Procura di Salerno fa registrare una nuova mossa, nel corso dell'inchiesta che punta a ricostruire responsabilità e moventi dell'omicidio del sindaco pescatore. Lunedì scorso è stato infatti interrogato il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, comandante provinciale dell'Arma a Frosinone dal 2017 al 2020 a distanza di un anno e mezzo dal decreto di perquisizione che venne spiccato proprio dai pm salernitani nell'estate del 2022. Una possibile svolta, anche alla luce di quanto viene ipotizzato dai pm nell'invito a comparire. Da brividi l'ipotesi battuta dagli inquirenti: Cagnazzo è accusato di concorso in omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal fine camorristico. Lui, che vanta indiscutibili successi sotto il profilo investigativo proprio contro camorra e clan mafiosi, è stato inserito in un preciso scenario criminale: avrebbe concorso a organizzare l'omicidio di Vassallo, creando i presupposti per un depistaggio costruito a tavolino. Una messa in scena - scrivono gli inquirenti - che serviva a far cadere le accuse del delitto su un pusher di origini brasiliane, che - alla luce anche della prova stub - sarebbe invece risultato estraneo al delitto Vassallo. E non è tutto. L'ufficiale - molto noto in Ciociaria per aver seguito, tra l'altro, la ripresa delle indagini sul delitto di Serena Mollicone - avrebbe anche svolto un ruolo nella fase decisiva del delitto, quella dell'esecuzione materiale.

I NODI

Sul punto, gli inquirenti non chiariscono chi avrebbe esploso i sette colpi che hanno spezzato la vita del sindaco di Acciaroli, ma non esitano a parlare esplicitamente di una vera e propria «imboscata». A condurre l'interrogatorio, oltre al procuratore di Salerno Borrelli, anche il pm Marco Colamonici (in servizio in Calabria, ha conservato la delega a indagare sulla storia di Vasallo), e i pm della procura locale che hanno ereditato il fascicolo. Difeso dalla penalista napoletana Ilaria Criscuolo, Cagnazzo ha risposto all'invito a comparire, mostrando tutta la sua determinazione a replicare alle accuse e a dimostrare la piena integrità di uomo e di militare. Poteva avvalersi della facoltà di non rispondere, non lo ha fatto, incrociando un percorso dialettico che probabilmente ha fatto leva sul contenuto delle perquisizioni avvenute nel 2022 ).

IL MOVENTE

Stando ai pm, l'omicidio del sindaco era l'unico modo per tutelare gli interessi assicurati dallo smercio di cocaina, su tutto il litorale cilentano.
Un omicidio premeditato, che serviva a evitare che saltasse il banco. E a impedire che il sindaco facesse accuse precise su presunte collusioni tra esponenti delle istituzioni, camorristi e imprenditori in odore di camorra.

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