Collaboratrice domestica finisce sotto processo per aver chiesto al suo datore di lavoro di pagarle le ore che aveva impiegato per pulire la sua abitazione, Più volte aveva chiesto all'uomo, un professionista di Frosinone, di consegnarle i 90 euro per il lavoro svolto, ma a suo dire l’uomo aveva sempre fatto orecchie da mercante Ogni volta trovava sempre una scusa per non pagarla.
Così un giorno la domestica, che risiede a Torrice, si è recata per l'ennesima in quella abitazione e visto che l'uomo non le voleva aprire lo ha minacciato di sfondare il portone dell’appartamento se non le consegnava i 90 euro che le spettavano.
L’avvocato difensore Antonio Perlini ha sostenuto però che la sua assistita non aveva estorto del denaro in quanto erano soldi che doveva avere per un lavoro pregresso che non era stato mai saldato Il legale ha fatto leva proprio su quello che può essere definito un caso umano. La sua cliente infatti che ha tenuto a precisare ha difeso a titolo gratuito, stava attraversando un brutto periodo a livello economico. L’unica che in quel periodo portava i soldi a casa era lei.
Ogni mattina si svegliava di buon’ora per andare a svolgere le faccende domestiche in numerose abitazioni del capoluogo ciociaro. Va da sé che non poteva permettersi di lavorare senza portare a casa nulla . Quel denaro le serviva per fare la spesa. Ecco perché quando il professionista invece di pagarla ha allertato le forze dell’ordine lei si è trasformata in una furia scatenata. Il magistrato alla luce degli elementi raccolti ha accolto la tesi del legale di fiducia ed ha derubricato il reato di estorsione con quello dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Dunque la posizione giudiziaria della domestica adesso si è alleggerita. L’udienza è stata fissata per il prossimo novembre. Il legale difensore punta alla completa assoluzione della sua assistita che in fondo si è soltanto risentita perché qualcuno, soltanto perché si trovava in una posizione privilegiata, aveva calpestato la sua dignità.