Colf e badanti più costose, in crisi migliaia di famiglie

Colf e badanti più costose, in crisi migliaia di famiglie
di Selenio Canestrelli
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Domenica 21 Gennaio 2024, 08:49

Salasso badanti, in un anno le retribuzioni a carico dei datori di lavoro sono cresciute in media di 1.200 euro: più soldi in busta paga per i lavoratori domestici e maggiore spesa per migliaia di famiglie umbre, soprattutto quelle con reddito debole, che ogni mese fanno i conti per potersi permettere un’assistenza de proprio congiunto in casa. E se sono oltre 20mila lavoratori impiegati nei ruoli di colf e badanti, quasi 15mila sono le famiglie che richiedono assistenza, con metà delle quali che dichiara di far fatica a pagare regolarmente la propria badante. Il 2023 è stato l’anno più nero riguardo alla spesa delle famiglie a causa dell’incremento dell’inflazione che ha portato, dice l’Assindatcolf, una delle associazioni che raggruppa i datori di lavoro domestici, a un più 9,2% dei minimi retributivi delle badanti, «portando il costo per la gestione degli anziani e dei non autosufficienti rischia di diventare insostenibile almeno per quasi sei famiglie datrici di lavoro domestico su dieci». Ma ecco la curva dai rincari negli ultimi due anni: solo a titolo di esempio la badante convivente per persona non autosufficiente, inquadrata nel livello Cs, nel 2022 percepiva uno stipendio mensile di 1.026 euro (minimo tabellare), nel 2023 questo è aumento fono ad arrivare a 1.120,76, mentre quest’anno, in base a quanto comunica la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, Fidaldo, che, insieme alle associazioni che la compongono (Assindatcolf, Nuova Collaborazione, A.D.L.D. e A.D.L.C) ha sottoscritto al ministero del Lavoro i nuovi minimi retributivi validi per l’anno in corso, passerà da 1.120,76 a 1.127,04 euro al mese, con un incremento mensile dello stipendio di 6,28 euro. Un piccolo sospiro di sollievo almeno per quest’anno, e questo «grazie ad una esigua variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo: complessivamente i valori minimi retributivi crescono rispetto al 2023 dello 0,56%, che corrisponde all’80’% dell’indice Istat (0,70%). Nel frattempo, ci sono anche gli oltre 19mila caregiver familiari umbri, quelle persone di famiglia che si prendono cura personalmente del proprio congiunto, a essere in difficoltà, facendo conto solo sul fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare che per l’Umbria, per l’anno 2023, vede la somma complessiva di 441.308 euro, «una cifra quasi irrisoria - dice Enrico Mariano, presidente di Anmic Umbria, l’associazione degli invalidi civili - L’esercito silenzioso dei caregiver familiari sperava in cifre più ragionevoli per accudire il proprio parente affetto da disabilità gravissima.

E dall’altro lato è forte la richiesta di badanti, ma la situazione non si sblocca e migliaia di famiglie sono in forte difficoltà. E il fondo non è sufficiente assolutamente e nessuno a pensato di impiegare risorse del Pnrr anche per agevolare la categoria degli invalidi, ma per ora niente si muove».

Ma intanto per oltre 9mila famiglie umbre la spesa per l’assistenza è sempre meno sostenibile e tutto in una regione che ha la percentuale più alta dei lavoratori del settore, il 22,6 per cento ogni mille abitanti. A superare tale percentuale ci sono solo il Lazio e la Sardegna. A dirlo è l’Osservatorio sul lavoro domestico Domina che fissa la media italiana al 16,3 per cento. E se da una parte c’è anche la problematica nel reperire personale per l’assistenza in casa delle persone non autosufficienti, con le difficoltà lamentate ogni giorno da centinaia di famiglie, dall’altra c’è chi fa sempre più i conti di fine mese tra contributi e assegni da versare alle badanti. D’altronde, come detto, si parla di una platea vastissima che è, almeno per quello che riguarda il settore delle badanti, in continua crescita: secondo sempre l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Domina sul lavoro domestico in Umbria si scopre che sono 19.591 i lavoratori regolari, di cui il 49% colf e il 51% badanti, con la provincia di Perugia che vede in maggior numero quest’ultime rispetto a chi svolge le mansioni di colf; in quella di Terni invece quest’ultime sono in numero superiore rispetto alle badanti.

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