Centro storico di Frosinone: vuota
una casa su due. L'amministrazione:
«Per la prima volta piano di rilancio»

Una veduta del centro storico di Frosinone
di Pierfederico Pernarella
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 18:18 - Ultimo aggiornamento: 18:21
È il centro storico di Frosinone quello che a livello nazionale conta, in percentuale, il maggior numero di case vuote. Il dato emerge da un’indagine condotta dall’associazione nazionale dei centri storico-artistici in collaborazione con il Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia. La ricerca pubblicata in questi giorni si riferisce a dati Istat del 2011 (ultimo censimento) e prende in esame il primo decennio degli anni Duemila. Si tratta, tuttavia, di uno studio mai svolto prima, i cui numeri possono essere utili anche per il presente.

I VICOLI FANTASMA
C’è innanzitutto il dato più emblematico, quello sugli immobili. Secondo la ricerca il 51,4 per cento delle case è vuoto oppure occupato da non residenti. Tradotto in numeri: su 1271 abitazioni, 653 risultano inoccupate. In percentuale è il dato più alto a livello nazionale. Nel Lazio l’altro trend peggiore è quello di Rieti (41,3%).
L’analisi sui centri storici, ovviamente, non può prescindere dalla disamina sui flussi demografici. Al 2011 risultavano 1256 residenti, con un calo rispetto al 2001 di 68 abitanti pari al 5 per cento in meno. Nel dettaglio, durante il primo decennio, c’è stato un calo della popolazione over 65 anni (nel 2011 composta da 231 residenti) pari al 13,5 per cento. Più marcato il decremento della popolazione giovane (0-14 anni): tra il 2001 e il 2011 è scesa del 20,3 per cento. Il grosso delle famiglie è composto da uno o due componenti. Gli stranieri, al 2011, erano 125, con una variazione rispetto al 2001 del 10 per cento.

LE COMPRAVENDITE
Un dato, quello più aggiornato, lascia intravedere qualche spiraglio. Nel 2016 nel centro storico di Frosinone sono state concluse 247 compravendite. Se si prende in esame il periodo 2006-2014 il mercato immobiliare ha registrato un calo del 48 per cento, mentre tra il 2014 e il 2016 c’è stato un incremento del 26 per cento.

IL PROGETTO DI RILANCIO
«Il problema della desertificazione è a noi noto - dice l’assessore Rossella Testa - La ricerca si riferisce al 2011, quindi prima dell’amministrazione Ottaviani. Amministrazione che per la prima, nella storia del capoluogo, ha predisposto un piano di rilancio che comincia a dare i suoi frutti». Rispetto al flusso dei residenti, ad esempio, l’assessore al centro storico fa sapere che in base ai dati recenti dell’Agenzia delle Entrare risultato 51 nuovi contratti di affitto. Ci sono poi le iniziative per ridare fiato al commercio: «Grazie allo staging immobiliare - prosegue Testa - sono stati allestiti 14 locali commerciali e 4 di questi sono stati già affittati. E 4 sono anche le proposte finanziate dalla Banca popolare del Cassinate».

IL FATTORE CULTURA E LA LOTTA AL DEGRADO
Non solo il commercio. Secondo il sindaco Nicola Ottaviani l’altro principale fattore attrattivo è la cultura: «Per questa ragione abbiamo investito sul teatro Nestor, l’Accademia delle Belle Arti, il Festival dei Conservatori». C’è poi l’altro aspetto fondamentale: il decoro urbanistico. Lo svuotamento porta con sé anche il decadimento degli edifici. «Stiamo per promuovere - dice il sindaco - il piano del decoro obbligatorio, oltre a quello del colore: ordineremo di ripristinare le facciate, ma si tenga presente che non è un’operazione semplice. Un enorme numero di edifici appartiene a persone che si sono trasferite all’estero. Ce ne sono tanti abbandonati da 40-50 anni, passati in eredità ai nipoti dei nipoti, con frazionamenti da cui risultano anche 45 intestatari per uno stesso immobile».
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